Condannato a 12 anni uomo che tentò di uccidere un poliziotto a lambrate dopo aver lanciato sassi contro treni

Condannato a 12 anni uomo che tentò di uccidere un poliziotto a lambrate dopo aver lanciato sassi contro treni

Hassine Hamis condannato a 12 anni per il tentato omicidio del vice ispettore Christian Di Martino alla stazione di Lambrate, con aggressioni e danni alla sicurezza pubblica a Milano nel maggio 2024.
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Hassine Hamis è stato condannato a 12 anni per il tentato omicidio del vice ispettore Christian Di Martino, aggredito con un coltello alla stazione di Lambrate il 8 maggio 2024, in un episodio accompagnato da altri atti di violenza e pericolo per la sicurezza pubblica. - Gaeta.it

Il 37enne marocchino irregolare Hassine Hamis è stato condannato a 12 anni e due mesi per il tentato omicidio del vice ispettore Christian Di Martino, avvenuto alla stazione di Lambrate la sera dell’8 maggio 2024. L’aggressione, sfociata in un attacco con un coltello, è stata accompagnata da una serie di episodi violenti, tra cui il lancio di pietre contro treni in movimento e danni alla sicurezza pubblica.

I fatti della sera dell’8 maggio 2024 a lambrate

Il vice ispettore della polizia Christian Di Martino, 35 anni, è stato aggredito con un coltello da Hassine Hamis nel corso di un intervento alla stazione di Lambrate, a Milano. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati, ha tentato di uccidere l’agente che è riuscito a salvarsi solo grazie al tempestivo supporto dei colleghi e all’immediato ricovero presso l’ospedale Niguarda, dove ha ricevuto cure delicate. In quella stessa serata, Hamis ha lanciato sassi dalla massicciata ferroviaria contro altri viaggiatori e contro treni in movimento, causando lesioni a una donna e mettendo a rischio la sicurezza del trasporto pubblico. L’episodio ha richiamato l’attenzione sia delle autorità che della città, per la gravità e l’aggressività dell’attacco.

La sentenza e le motivazioni della gup silvia perrucci

La giudice per le udienze preliminari di Milano, Silvia Perrucci, ha emesso il 23 gennaio 2025 la sentenza di condanna con rito abbreviato nei confronti di Hamis, stabilendo una pena di 12 anni e due mesi di carcere. Le motivazioni depositate sottolineano la pericolosità sociale dell’imputato, confermata dal suo atteggiamento anche in carcere. Un rapporto disciplinare ha infatti evidenziato che Hamis mostrava comportamenti arroganti e prevaricatori, vantandosi davanti ad altri detenuti di aver colpito un poliziotto come segno di superiorità. La giudice ha escluso qualsiasi attenuante, in quanto le manifestazioni di rimorso apparse in aula erano considerate generiche e finalizzate solo ad ottenere una pena più ridotta. Hamis aveva dato una versione dei fatti illogica, sostenendo di non aver riconosciuto la vittima come un agente di polizia.

I precedenti penali e il profilo del reo

Le autorità giudiziarie hanno ricostruito una lunga serie di reati commessi da Hamis da quando è arrivato in Italia nel 2004. Il 37enne è stato più volte condannato per furti, rapine, aggressioni e altri crimini. È stato anche accusato di resistenza e lesioni su altri due agenti coinvolti nei controlli. Durante gli anni, si è presentato con almeno 22 alias diversi, segno di un tentativo di occultare la propria identità. Emergono anche problemi di dipendenza da benzodiazepine e alcol, condizioni che probabilmente hanno influenzato la sua condotta violenta e scomposta. Le accuse contro Hamis includono false dichiarazioni, danneggiamento di mezzi pubblici e attentato alla sicurezza dei trasporti, in seguito al lancio di sassi contro i treni.

Il ruolo del poliziotto e la costituzione di parte civile

Christian Di Martino, l’agente ferito, si è costituito parte civile nel processo, supportato dall’avvocato Massimo Del Confetto. La sua testimonianza e quella dei colleghi che sono intervenuti hanno permesso di ricostruire in modo dettagliato l’aggressione e le altre azioni pericolose messe in atto da Hamis. L’intervento tempestivo degli agenti ha senz’altro evitato conseguenze ben peggiori quella sera. Il caso ha suscitato ampio dibattito, segnando nuovamente l’attenzione sull’ordine e la sicurezza nelle aree ferroviarie milanesi, dopo diversi episodi di violenza registrati negli ultimi anni. Il procedimento giudiziario ha confermato l’importanza di una risposta forte da parte delle istituzioni di fronte a gesti così gravi.

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