Nel 2022 a Chiaravalle, in provincia di Ancona, un uomo di 59 anni ha iniziato una campagna di molestie contro un suo ex collaboratore. Dopo una serie di liti e tensioni legate all’attività commerciale condivisa e al nuovo ristorante aperto dalla vittima, il 59enne ha trasformato i dissapori in atti persecutori continuativi. Ora, a distanza di alcuni anni, è arrivata la condanna definitiva per stalking e minacce di morte. I carabinieri locali hanno eseguito un ordine di carcerazione che ha portato l’uomo nel carcere di Montacuto.
Il contesto della persecuzione e le azioni persecutorie
Le controversie fra i due uomini erano iniziate durante la collaborazione lavorativa, poi interrotta con l’apertura di una nuova impresa da parte della vittima. Il 59enne non si è rassegnato alla separazione e ha cominciato a seguire, controllare e minacciare l’ex collaboratore in più occasioni. Questi comportamenti si sono manifestati con pedinamenti, appostamenti in luoghi frequentati dalla vittima e reiterate intimidazioni verbali. Fra le frasi rivolte, alcune estremamente gravi come “ti taglio la gola” e “ti do una pugnalata”, pronunciate pure davanti a parenti e dipendenti, elementi che hanno aggravato il quadro giuridico.
Le molestie hanno avuto un impatto significativo sulla quotidianità dell’ex collaboratore, costretto a vivere sotto costante pressione e timore. Per fermare la spirale, la vittima si è rivolta più volte alle forze dell’ordine, presentando denunce che hanno documentato la natura e la continuità degli episodi persecutori. Anche un episodio di violenza privata è emerso durante le indagini: in quella circostanza, il 59enne aveva strappato il cellulare dalle mani della vittima per impedirgli di chiedere aiuto. Questi fatti hanno rafforzato le accuse e permesso l’apertura di un procedimento penale.
L’intervento giudiziario e la misura cautelare
All’inizio delle indagini, i magistrati hanno disposto nei confronti dell’uomo una misura restrittiva che prevedeva il divieto di avvicinarsi alla vittima. Questa disposizione imponeva di mantenere una distanza superiore ai 500 metri e vietava qualsiasi forma di comunicazione, anche tramite social network. La restrizione è stata pensata per garantire la protezione immediata dell’ex collaboratore, in condizioni che restavano comunque problematiche a causa delle continue intimidazioni.
Dopo una dettagliata istruttoria e il riconoscimento della sussistenza degli atti persecutori, il Tribunale ha emesso una condanna definitiva. L’uomo, ritenuto responsabile di stalking aggravato da minacce di morte, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione. La sentenza, divenuta definitiva, ha portato la Procura di Ancona a richiedere l’esecuzione di un ordine di carcerazione.
L’arresto e il trasferimento al carcere di montacuto
I carabinieri della stazione di Chiaravalle hanno eseguito l’arresto del 59enne in queste ultime settimane. L’uomo è stato prelevato dalla sua abitazione e trasferito nel carcere di Montacuto, struttura penitenziaria di Ancona. Il provvedimento ha segnato l’avvio della pena detentiva, con l’obiettivo di interrompere definitivamente il comportamento persecutorio e offrire una tutela più stringente alla vittima.
La vicenda richiama l’attenzione sul fenomeno delle molestie e delle minacce che spesso sfociano in stalking nei contesti lavorativi o personali, evidenziando la necessità di interventi tempestivi da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. In questo caso, l’attività investigativa e giudiziaria ha permesso di porre fine a un episodio che si protraeva ormai da anni, con episodi sempre più allarmanti e inquietanti.