Condanne e assoluzioni nel processo "Atto quarto" contro la 'ndrangheta a Reggio Calabria

Condanne e assoluzioni nel processo “Atto quarto” contro la ‘ndrangheta a Reggio Calabria

Il processo “Atto quarto” ha condannato 25 membri delle cosche ‘ndranghetiste Libri e Tegano-De Stefano, segnando un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata a Reggio Calabria.
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Il processo abbreviato "Atto quarto" ha portato alla condanna di venticinque presunti membri delle cosche 'ndranghetiste Libri e Tegano-De Stefano, con pene fino a venti anni per Edoardo Mangiola. L'indagine ha rivelato un sistema di estorsioni a Reggio Calabria, mentre un nuovo pentito potrebbe fornire elementi per future indagini. Tre imputati sono stati assolti, evidenziando la complessità del - Gaeta.it

Una nuova pagina nel contrasto alla criminalità organizzata è stata scritta con la conclusione del processo abbreviato “Atto quarto”, che ha visto coinvolti ventotto presunti membri delle cosche Libri e Tegano-De Stefano della ‘ndrangheta. La sentenza, emessa dal giudice per l’udienza preliminare di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, arriva dopo un’indagine che ha fatto luce su una serie di reati legati all’estorsione nel capoluogo calabrese.

Rito abbreviato e valenza della sentenza

Il processo ha portato alla condanna di venticinque imputati, mentre tre sono stati assolti. La pubblica accusa, rappresentata dai procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e dai sostituti della Direzione Distrettuale Antimafia Sara Amerio e Vittorio Fava, ha visto accolte le sue richieste. La sentenza rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata, in un contesto in cui le cosche hanno cercato di mantenere il controllo su diverse aree di Reggio Calabria con pratiche estorsive.

L’indagine e la nascita del processo

Il processo è originato da un’indagine iniziata nell’ottobre del 2023 dalla Squadra mobile di Reggio Calabria. Gli inquirenti hanno dato vita a una serie di operazioni che hanno portato all’arresto di vari membri delle cosche coinvolte. Secondo le risultanze investigative, i gruppi criminali attuavano un accordo per spartire le estorsioni in diverse zone della città, creando un clima di paura tra i commercianti e i cittadini. L’operazione ha messo in evidenza la complessità e la capillarità della rete mafiosa nel territorio calabrese.

Condannati di spicco e pene inflitte

Tra i condannati, Edoardo Mangiola ha ricevuto la pena più alta, con venti anni di reclusione. Mangiola, considerato un esponente di rilievo della cosca Libri, ha colpito gli inquirenti poiché, nonostante la sua detenzione, riusciva a comunicare con l’esterno utilizzando cellulari introdotti in carcere grazie alla complicità del figlio, Beniamino, che ha ricevuto una condanna di 13 anni e 4 mesi. Le altre pene inflitte variano: Antonio Libri è stato condannato a 14 anni, Michele Crudo a 16 anni, Antonino Votano a 17 anni e 4 mesi, Emanuele Quattrone a 16 anni e Claudio Bianchetti a 14 anni e 8 mesi.

Ruolo del pentito e benefici della collaborazione

Importante è anche la figura di Davide Bilardi, un nuovo pentito che ha ricevuto una condanna di 3 anni e 4 mesi, ma con l’aggiunta di benefici legati alla sua collaborazione con la giustizia. Le dichiarazioni di Bilardi potrebbero fornire ulteriori elementi utili per le indagini future e rappresentano un segnale che la cultura del silenzio può essere infranta.

Assoluzioni significative e il futuro del processo

Nonostante l’impatto delle condanne, il caso ha visto anche tre assoluzioni: Ernesto Barbaro, Caterina Belfiore e Nunzio Magno. Le loro assoluzioni sottolineano la complessità del sistema giudiziario e il principio della presunzione di innocenza. Le sentenze, rese note il 28 febbraio 2025, fanno parte di un impegno costante nella lotta contro la mafia, mostrando che la giustizia può prevalere anche nelle situazioni più difficili.

La chiusura di questo processo segna un punto di svolta, non solo per i condannati, ma anche per il futuro delle indagini sulla criminalità organizzata in Calabria. Le autorità rimangono vigili, pronte ad affrontare le sfide che emergeranno nei prossimi mesi.

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