Confindustria Ascoli Piceno richiede il riconoscimento Igp per l'Oliva all'Ascolana a Montecitorio

Confindustria Ascoli Piceno richiede il riconoscimento Igp per l’Oliva all’Ascolana a Montecitorio

Confindustria Ascoli Piceno chiede il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Tipica per l’Oliva all’Ascolana, evidenziando la necessità di protezione e valorizzazione del prodotto contro le imitazioni estere.
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Confindustria Ascoli Piceno richiede il riconoscimento Igp per l'Oliva all'Ascolana a Montecitorio - Gaeta.it

Una delegazione di Confindustria Ascoli Piceno ha recentemente incontrato a Montecitorio Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera, per evidenziare le problematiche connesse alla tutela dell’Oliva all’Ascolana. L’incontro, sotto la guida del presidente Simone Ferraioli, si è focalizzato sulle necessità di protezione per questo prodotto tipico della zona, alla luce di sfide crescenti legate alla qualità e alla provenienza delle olive.

La delegazione e il dossier presentato

Il presidente Ferraioli ha guidato un gruppo composto dal presidente della sezione agroalimentare Matteo Meletti, rappresentanti della Società Italiana Alimenti Spa e diversi produttori locali. Durante l’incontro, Ferraioli ha presentato un dossier che ricostruisce la situazione attuale e delinea le richieste degli operatori del settore olive. Questo documento evidenzia come l’Oliva all’Ascolana, già molto apprezzata prima dell’ottenimento della Denominazione di Origine Protetta , meriti ora il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Tipica . Tale riconoscimento sarebbe fondamentale per ottenere una protezione più efficace dalle produzioni di bassa qualità provenienti da fuori territorio.

I produttori locali hanno sottolineato che negli anni ’90, il Comitato promotore della Dop aveva incluso dati produttivi che ora sembrano penalizzare, piuttosto che tutelare, i produttori artigianali e industriali. Infatti, la filiera industriale ha investito tempo e risorse per farsi strada nei mercati esteri, ma oggi si trova a fronteggiare difficoltà a causa di una tutela considerata poco significativa e priva di professionalità.

La questione della protezione della Dop

Durante l’incontro, Ferraioli ha anche sollevato il problema della mancanza di una protezione concreta per la Dop esistente. L’assenza di materia prima sufficiente ha generato un blocco nello sviluppo del mercato che, secondo le sue affermazioni, non può procedere come auspicato. Sono stati evidenziati anche i dati allarmanti riguardo al Consorzio, giunto a essere già sciolto una volta, con un costante calo del numero dei consorziati e della produzione riconosciuta.

Questa situazione mette in discussione l’intera filiera e crea tensioni tra i produttori locali, che necessitano di una ristrutturazione della governance per poter competere nuovamente sul mercato.

Riconoscimento Igp e opportunità per il futuro

L’onorevole Carloni ha dichiarato di comprendere la gravità del problema e ha espresso disponibilità a sostenere un percorso che porti al riconoscimento dell’Igp per l’Oliva all’Ascolana, senza compromettere l’esistenza della Dop. Questa soluzione potrebbe offrire una chance per salvaguardare il nome e l’identità del prodotto tipico, proteggendolo da imitazioni da parte di produttori stranieri.

La partecipazione dell’onorevole Carloni è stata affiancata dalla senatora Giorgia Latini e dalla consigliera regionale Monica Acciarri, entrambe impegnate a supportare il settore agroalimentare locale e a promuovere iniziative che possano portare benefici alla comunità e ai lavoratori.

Rischi economici e opportunità di crescita

Ferraioli ha messo in guardia rispetto al rischio di vedere non solo limitata l’uso della denominazione “Oliva all’ascolana” sui prodotti industriali, ma anche nei menù dei ristoranti e sulle insegne, scenario che potrebbe comportare un danno economico da 70 milioni di euro e minacciare oltre 200 posti di lavoro.

D’altro canto, il riconoscimento dell’Igp non sarebbe solo una misura di protezione, ma rappresenterebbe anche un’opportunità di valorizzazione a livello globale per il prodotto. Questo potrebbe tradursi in nuove occasioni di crescita per il territorio e per l’intera filiera produttiva, contribuendo così a sostenere l’economia locale e l’occupazione.

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