Confiscati beni per 500 mila euro a un esattore del clan La Torre a Mondragone

Confiscati beni per 500 mila euro a un esattore del clan La Torre a Mondragone

La DIA ha sequestrato beni per 500 mila euro a Gennaro Sorrentino, esattore del clan La Torre di Mondragone, in un’operazione mirata contro i patrimoni illeciti della criminalità organizzata.
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Confiscati beni per 500 mila euro a un esattore del clan La Torre a Mondragone - Gaeta.it

La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato beni immobiliari dal valore di circa 500 mila euro a Gennaro Sorrentino, un uomo ritenuto affiliato al clan La Torre di Mondragone, in provincia di Caserta. Questo intervento rappresenta una significativa operazione volta a colpire i patrimoni illeciti derivanti da attività mafiose. La DIA ha agito in seguito a indagini approfondite coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia , evidenziando un impegno costante nella lotta contro la criminalità organizzata.

I dettagli dell’operazione della Dia

L’operazione di confisca è stata attuata grazie a un provvedimento emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini hanno rivelato che Sorrentino era noto come esattore per il clan La Torre, incaricato di riscuotere il denaro estorto agli imprenditori locali, in particolare agli amministratori delle società legate all’“Eco 4”, una compagine coinvolta in attività sospette. Le informazioni raccolte dalla DIA hanno messo in luce il ruolo chiave di Sorrentino all’interno del gruppo malavitoso, rafforzando la necessità di un’azione mirata per contrastare la sua influenza.

I beni confiscati, che comprendono tre immobili intestati alla figlia e al genero di Sorrentino, hanno suscitato preoccupazione poiché il loro valore non corrisponde alla situazione economica dichiarata dal destinatario della confisca. Tale discrepanza ha portato le autorità a investigare più a fondo, portando alla decisione di confiscare i beni, un passo fondamentale per disarticolare le strutture finanziarie della criminalità organizzata.

L’impatto della confisca sul tessuto economico

La DIA, attraverso un comunicato, ha sottolineato come questa azione si inserisca in un contesto più ampio di aggressione ai patrimoni illecitamente acquisiti. L’obiettivo è non solo quello di punire chi si è macchiato di reati di mafia, ma anche di proteggere il tessuto economico sano del paese. Le operazioni di questo genere, infatti, mirano a rendere più difficile per i gruppi criminali il mantenimento e l’espansione delle loro attività illecite.

Questo intervento di confisca non è un caso isolato, ma fa parte di una strategia più ampia per interrompere i flussi finanziari dei clan mafiosi e ripristinare la legalità nei settori economici vulnerabili. Le attività di monitoraggio e contrasto proseguono, con un’attenzione crescente verso le società e gli individui che collaborano, anche indirettamente, con le organizzazioni mafiose.

La lotta contro la mafia a Mondragone

La città di Mondragone è stata storicamente un’area di interesse per la criminalità organizzata, con una forte presenza di diversi clan mafiosi. Le forze dell’ordine, in cooperazione con le istituzioni locali, stanno intensificando gli sforzi per combattere l’influenza di queste organizzazioni sul territorio. L’operato della DIA in questo contesto rappresenta una risposta forte e chiara alla sfida mafiosa.

L’azione contro Gennaro Sorrentino si configura come parte di un quadro legislativo e investigativo che cerca di spingere verso una maggiore trasparenza e legalità. Con la confisca dei beni, le autorità cercano di non solo contrastare l’attività illecita, ma anche di ottenere una riconquista di fiducia da parte della comunità e dei cittadini nei confronti delle istituzioni. La lotta contro la mafia è lunga, ma ogni passo come questo rappresenta un progresso cruciale.

Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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