Il consiglio comunale di chieti si prepara a discutere un ordine del giorno congiunto di più forze politiche per bloccare l’incremento dell’addizionale regionale irpef. Questa misura, prevista dalla giunta regionale abruzzese, comporta un aggravio economico diretto sulla popolazione locale, stimato in oltre 40 milioni di euro. I promotori voltono richiedere il congelamento dell’aumento, un confronto con territori e parti sociali e la creazione di un tavolo tecnico per affrontare il disavanzo sanitario che investe la regione.
Il contesto politico e la mobilitazione del consiglio comunale di chieti
A chieti, il dibattito sull’addizionale irpef si è acceso dopo l’annuncio della giunta regionale abruzzese riguardo l’aumento previsto per il 2025. Più gruppi politici del consiglio comunale hanno unito le forze per presentare un ordine del giorno che chieda la sospensione di questa misura. L’aumento, che grava direttamente sui cittadini, è considerato ingiusto e senza criteri di progressività da parte dei firmatari, che sottolineano come tale decisione colpisca indiscriminatamente tutte le fasce di reddito.
La posizione del consigliere edoardo raimondi
Il consigliere comunale edoardo raimondi, tra i principali promotori, ha sottolineato che “l’intervento imposto ai contribuenti risulta essere un peso eccessivo per chi vive incertezza economica”. La richiesta di aprire un dialogo con i territori e le parti sociali nasce dall’esigenza di individuare soluzioni condivise. All’interno del consiglio di chieti, la volontà è chiara: evitare che la copertura del deficit sanitario regionale si scarichi solo sulle spalle dei cittadini, senza una riorganizzazione delle risorse attuali.
L’impatto dell’aumento irpef e il disavanzo nella sanità abruzzese
L’addizionale regionale irpef pesa sul bilancio delle famiglie abruzzesi per una cifra complessiva stimata superiore a 40 milioni, un taglio sostanziale per chi già affronta difficoltà nella gestione quotidiana delle spese. Questo incremento arriva in un momento delicato per i servizi sanitari della regione, che versano in condizioni critiche. Numerosi cittadini sono costretti a spostarsi fuori dall’abruzzo per cure specialistiche o, se possono permetterselo, si rivolgono al privato.
Deficit sanitario e risorse fiscali
Il deficit sanitario, oggi stimato intorno agli 81 milioni di euro, deriva da una serie di gestioni che hanno accumulato un buco finanziario nel corso degli anni. Dal 2011 la regione abruzzo ha già incassato oltre 130 milioni in più grazie a aliquote fiscali elevate, ma evidentemente questi fondi non sono stati sufficienti a sanare la situazione. Il rischio concreto è che l’aggiunta di tasse non porti a un miglioramento reale né alla riorganizzazione dei servizi.
I rilievi politici e la richiesta di trasparenza nella gestione dei fondi
Il consigliere edoardo raimondi ha puntato il dito contro la scelta politica di aumentare la tassazione anziché propriamente destinare i fondi già raccolti. Secondo lui, “una corretta riallocazione delle maggiorazioni già in vigore potrebbe colmare il deficit del 2024 senza imporre ulteriori sacrifici ai contribuenti”. Evidenzia che questo aumento irpef risulta un provvedimento privo di progressività, che grava indistintamente su tutte le categorie, senza tenere conto delle condizioni sociali ed economiche delle persone.
Proposta di trasparenza e responsabilità nella gestione pubblica
Nel testo dell’ordine del giorno emerge la volontà di maggiore equità, trasparenza e responsabilità nella gestione dei soldi pubblici, soprattutto per quanto riguarda le risorse destinate alla sanità. La proposta di istituire un tavolo tecnico con le parti interessate vuole trovare soluzioni strutturali e durature, abbandonando misure emergenziali che gravano soltanto sui cittadini. L’iniziativa, rimandata a un confronto più ampio, vede chieti allinearsi con altre realtà locali impegnate a fermare questa politica di aumento fiscale.