Il Consiglio di Stato ha stabilito un principio importante in materia di affitti brevi, accogliendo un ricorso contro il regolamento che imponeva vincoli rigidi ai proprietari. Questa decisione ha effetto su tutto il territorio nazionale e modifica il modo in cui molti comuni italiani, alle prese con l’overtourism, possono regolamentare gli affitti temporanei. Il nodo riguarda soprattutto il confine tra abitazioni private e strutture ricettive, e l’equilibrio fra diritti dei proprietari e tutela del mercato immobiliare urbano.
il ricorso che ha cambiato la regolamentazione sugli affitti brevi
Il caso nasce da un cittadino che ha impugnato il regolamento adottato dalla Lombardia, il quale equiparava gli affitti brevi a vere e proprie attività di struttura ricettiva. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che questa interpretazione fosse troppo rigida e non rispecchiasse la natura reale di questi contratti. Nel pronunciamento, è stato precisato che un proprietario ha il diritto di affittare la propria casa per brevi periodi senza dover rispettare adempimenti complessi e procedure proprie degli hotel o bed & breakfast.
sentenza contro il TAR Lombardia
Questa sentenza azzera la decisione del TAR della Lombardia, che aveva invece confermato l’obbligo di assimilare gli affitti brevi a una forma di esercizio commerciale. Lo ribadisce il Consiglio di Stato, sottolineando che il regolamento comunale può prevedere normative per tutelare la salute e la sicurezza dell’abitazione, ma non può imporre una disciplina da struttura ricettiva laddove manca la professionalità dell’attività.
impatto della sentenza sui regolamenti comunali e contro l’overtourism
Diverse città italiane, tra cui Milano, Venezia e Firenze, avevano adottato regolamenti restrittivi per limitare l’uso di appartamenti privati come affitti turistici di breve durata, con l’obiettivo di proteggere il mercato immobiliare e contenere i problemi legati all’overtourism. Il pronunciamento del Consiglio di Stato non cancella queste regole, tutt’altro.
Il verdetto impone però ai comuni di calibrare meglio le norme, distinguendo tra abitazioni personali affittate per brevi periodi e vere strutture ricettive soggette a una regolamentazione più rigida. I regolamenti devono quindi assicurare che gli appartamenti mantengano i requisiti minimi di abitabilità, come sicurezza e igiene, senza però trasformarli in attività imprenditoriali.
controllo sul territorio e destinazione d’uso
In pratica, gli enti locali hanno l’obbligo di controllare la destinazione d’uso e garantire che l’affitto non alteri la funzione residenziale del territorio. Restano attivi limiti e divieti motivati da esigenze collegate a gestione del territorio e servizi pubblici, mentre si smussa l’imposizione di requisiti imprenditoriali per chi affitta sporadicamente.
effetti per i proprietari e possibili scenari futuri
Il pronunciamento del Consiglio di Stato riporta un certo equilibrio tra tutela dei proprietari e controllo delle città sul fenomeno degli affitti brevi. I proprietari possono ora affittare i loro immobili per periodi limitati senza doversi registrare come gestori di strutture ricettive, cosa che spesso comporta costi e complessità burocratiche.
Allo stesso tempo, le amministrazioni municipali mantengono margini per regolamentare la materia. Devono però evitare imposizioni eccessive che vanno oltre la disciplina abitativa. Rimane quindi la necessità per i regolamenti di garantire il rispetto degli standard edilizi e di sicurezza degli alloggi.
prospettive di regolamentazione futura
Questo equilibrio potrà modellare nuove regole più mirate, utili a limitare fenomeni come l’abuso di affitti turistici in alcune zone sensibili, senza però bloccare i piccoli proprietari che utilizzano l’appartamento in modo occasionale. Secondo gli esperti, la sentenza potrebbe spingere diverse città a rivedere le norme per renderle più centrati sul controllo dell’uso effettivo e meno rigide nella classificazione degli affitti.
A oggi il tema resta al centro del dibattito tra tutela dell’abitare e sviluppo del turismo, con molte amministrazioni impegnate a bilanciare le esigenze di residenti e flussi turistici in continua crescita.