Il ricordo di papa francesco ha trovato voce nel discorso di giuseppe conte alle camere riunite. Un intervento che mette in evidenza come, ora che il pontefice non è più presente, le parole di apprezzamento si mescolino a critiche verso chi ha ignorato i suoi messaggi. Conte ha sottolineato l’importanza di non limitarsi alle celebrazioni formali, ma di tradurre i principi del papa in azioni reali.
Richiamo agli insegnamenti e alla testimonianza del pontefice
Conte ha rivolto un invito diretto a tutti coloro che ascoltano: il modo migliore per onorare papa francesco non si limita al ricordo formale. Ha richiamato la necessità di fare propri gli insegnamenti lasciati dal papa, sia nella denuncia delle ingiustizie sia nell’esempio personale di una vita dedicata alla solidarietà. L’accento è posto sulla “testimonianza personale”, che non può restare qualcosa di astratto, ma deve tradursi in comportamenti reali nel quotidiano.
L’ex presidente del consiglio ha definito questo impegno come “essere scomodi”. Secondo lui, il vero tributo al pontefice si misura nella capacità di agire con fermezza di fronte alle sfide che il papa ha indicato: combattere le discriminazioni, opporsi ai conflitti armati, affrontare l’odio con parole e fatti che lo contrastino. Questa fermezza, ha ribadito, richiede scelte precise e conseguenze concrete, non retorica o semplici dichiarazioni di intenti.
Le celebrazioni e la critica alla retorica vuota
Giuseppe conte ha definito le celebrazioni di papa francesco un “teatro dell’ipocrisia”, riferendosi a quelle manifestazioni che, pur lodando il pontificato, hanno ignorato o messo da parte gli insegnamenti più pressanti del santo padre. Secondo il leader del m5s, molti tra coloro che oggi lo celebrano hanno scelto di farlo dopo aver disatteso le sue chiamate contro l’ingiustizia e la guerra. Conte ha evidenziato come questa “retorica vuota” si traduca in parole di circostanza, almeno finché non si agisce concretamente. Ha richiamato l’attenzione sull’abbandono delle richieste di pace, equità e lotta all’odio, elementi fortemente promossi da papa francesco.
Questo passaggio del discorso punta il riflettore su una frattura tra parola e fatto. Non basta celebrare in occasione di eventi ufficiali, è necessario che la memoria di papa francesco si traduca in un impegno tangibile. In questa prospettiva, le manifestazioni di lutto e cordoglio diventano insufficienti se non accompagnate da scelte coerenti con la sua eredità morale.
Il contesto politico e simbolico delle camere riunite
L’intervento di giuseppe conte alla commemorazione di papa francesco si è svolto in un contesto di rilievo istituzionale, con le camere riunite a rappresentare un momento formale di unità nazionale. Questo particolare scenario sottolinea il peso politico e simbolico delle sue parole. Conte ha voluto che le sue parole uscissero dal recinto delle decorazioni rituali, indicando una chiamata all’azione concreta nel tessuto politico italiano.
Il leader del m5s ha sfruttato la platea per mettere alla prova la coerenza di tutti i rappresentanti presenti, stimolandoli a riflettere su quanto la politica nazionale abbia risposto alle sollecitazioni di papa francesco. Tra questi temi figurano la solidarietà verso i migranti, la critica alle guerre, e la promozione di un linguaggio più rispettoso nel confronto pubblico. Questi obiettivi, ha messo in evidenza conte, restano temi mai del tutto esauriti né affrontati con decisione.
Le parole espresse a camere riunite puntano a trasformare il ricordo in un richiamo morale e civile che vada al di là del momento commemorativo, spronando a una nuova responsabilità raccolta da parte di chi è chiamato a governare.