Nel pomeriggio di oggi, l’ateneo di Roma Tre è stato teatro di una protesta animata in concomitanza con la cerimonia di conferimento della laurea Honoris Causa alla professoressa Daphne Barak-Erez. La docente, conosciuta per il suo percorso accademico e giuridico, ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della comunità universitaria. L’evento si è svolto tra manifestazioni di dissenso riguardo alla situazione in Medio Oriente e un’atmosfera di celebrazione accademica.
La protesta degli studenti di Cambiare Rotta
Un gruppo di quindici studenti del movimento Cambiare Rotta ha deciso di contestare la cerimonia, evidenziando le loro posizioni politiche e sociali relative al conflitto israelo-palestinese. “Riteniamo vergognosa questa cerimonia sia nei modi sia nei tempi,” ha dichiarato uno dei manifestanti. Gli studenti hanno espresso il loro disappunto per il fatto che l’ateneo celebrasse una figura accademica mentre, secondo loro, in altre parti del mondo, in particolare a Gaza, la situazione si fa sempre più difficile e violenta. “Roma Tre decide di dare uno schiaffo in faccia agli studenti che protestano contro il genocidio a Gaza,” hanno affermato con vigore.
La protesta ha messo in luce la tensione tra accademia e attivismo politico, un tema sempre più presente all’interno delle università italiane. Gli studenti hanno richiesta all’amministrazione dell’ateneo di ascoltare le loro preoccupazioni e di prendere una posizione più netta sulla questione. Questo è un momento di grande polarizzazione, dove le istituzioni si devono confrontare con le pressioni del loro stesso corpo studentesco.
La cerimonia di conferimento e gli interventi programmati
Nonostante la contestazione, la cerimonia per la laurea Honoris Causa prosegue. Dopo un breve saluto del rettore Massimiliano Fiorucci, e del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Antonio Carratta, la professoressa Daphne Barak-Erez è attesa per la sua lectio magistralis. Barak-Erez, nominata nel 2011 preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Tel Aviv e giudice della Corte suprema israeliana dal 2012, porta con sé un’esperienza di grande valore, ma anche un bagaglio di critiche e contestazioni, in particolare in questo momento storico.
Il compito di elogiare la professoressa sarà affidato a Giulio Napolitano, docente di Diritto Amministrativo, il quale ha cofirmato la proposta di conferimento insieme ad altri docenti. Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale e attuale docente di Diritto Costituzionale presso la Bocconi, avrà la responsabilità di tenere la Laudatio. Questi momenti rappresentano aspetti fondamentali della vita accademica, ma anche il riflesso delle tensioni sociali e politiche che permeano la società.
L’impatto sociale e culturale del dibattito
La contestazione avvenuta all’Università Roma Tre non è un episodio isolato, ma una manifestazione del crescente attivismo politico all’interno delle istituzioni educative. Le università, tradizionalmente spazi di dialogo e confronto culturale, si trovano ora a dover gestire studenti che non si limitano più a partecipare passivamente, ma si impegnano attivamente nel dibattito su questioni globali, come i diritti umani, le guerre e le crisi geopolitiche.
Questo fenomeno solleva interrogativi importanti sulla responsabilità delle istituzioni nel fornire un ambiente di apprendimento che consenta la libertà di espressione e la discussione aperta. La questione del genocidio a Gaza è una di quelle tematiche che ha il potenziale di polarizzare l’opinione pubblica, ma è anche fonte di opportunità per approfondire la comprensione delle complessità storiche e politiche coinvolte.
Entrambi gli aspetti – la celebrazione della carriera accademica di Barak-Erez e la protesta degli studenti – si intrecciano in un contesto in cui la cultura e la cronaca si fondono, richiedendo attenzione e risposta da parte di tutti gli attori coinvolti nella comunità universitaria.
Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Armando Proietti