L’associazione arquata potest di arquata del tronto, nel territorio di ascoli piceno, prosegue le sue attività per mantenere viva l’attenzione sulla chiesa del ss. salvatore, un edificio storico che testimonia la storia locale e la tradizione religiosa. I volontari sono tornati sul posto durante la vigilia di pasqua, dedicandosi alla pulizia del sentiero che collega la frazione borgo ai ruderi della chiesa, oltre che all’area intorno all’antico luogo di culto. Questo luogo si trova su un pianoro panoramico ai piedi di arquata capoluogo, offrendo una vista unica sui due parchi nazionali che circondano il comune.
Il ruolo dei volontari nella manutenzione del sito
La mobilitazione dei volontari dell’associazione arquata potest ha preso forma soprattutto con la pulizia di aree che versano in stato di abbandono. Il sentiero da borgo fino ai ruderi della chiesa, indispensabile per poter raggiungere l’area, è stato liberato da detriti e vegetazione, facilitando l’accesso per chiunque voglia visitare il sito. I volontari sottolineano come questa sia la terza iniziativa in poco più di un anno finalizzata a mantenere vivo il luogo di culto. L’azione non si limita alla mera pulizia, ma vuole spingere a ottenere risposte chiare sul futuro della chiesa del ss. salvatore.
L’attaccamento al territorio e l’identità culturale
Questa attività testimonia l’attaccamento al territorio e la consapevolezza dell’importanza culturale e religiosa del sito. Ricordano come il monumento sia parte integrante dell’identità di arquata del tronto, fondendo storia e fede. La posizione strategica su un pianoro regala non solo una vista affascinante, ma anche un punto di riferimento per la comunità del comune che si affaccia su due parchi nazionali. I volontari chiedono risposte concrete su progetti di recupero che per ora restano in sospeso.
Dialoghi con la diocesi e possibilità di ricostruzione
L’associazione ha mantenuto il dialogo con la diocesi di ascoli piceno, proprietaria della chiesa, alla ricerca di aggiornamenti concreti. Nel corso dell’ultimo anno sono stati compiuti sopralluoghi congiunti, coinvolgendo anche il comune di arquata del tronto, l’ufficio scolastico regionale e il mibac delle marche, al fine di valutare possibili soluzioni per preservare l’edificio. Durante questi incontri si è discusso della possibilità di ricostruire la chiesa in maniera ridotta, mantenendo però visibile la pavimentazione originaria pre-sisma, così da ridurre i costi senza perdere il legame con la memoria.
Richieste di certezze da parte dei volontari
Questa soluzione parrebbe gradita dai volontari, che tuttavia chiedono certezze non più affidate solo a promesse verbali. In particolare, il commissario straordinario guido castelli è stato interpellato per avere un riscontro chiaro sul destino del progetto. Le parole e gli intenti si sono accumulati, ma finora mancano risposte precise. Gli abitanti e i difensori del patrimonio culturale attendono un piano preciso che sposi sostenibilità economica e rispetto della storia, per restituire alla comunità la chiesa del ss. salvatore.
Edifici sacri vicini in attesa di un intervento
L’interesse per il recupero di luoghi sacri si estende anche ad altri edifici di culto vicini. Tra questi spicca la chiesa dei santi pietro e paolo a borgo, che conserva radici antichissime nella comunità locale. Anche la chiesa della madonna della pace a piedilama resta orfana di un piano di restauro preciso e dei fondi necessari. Entrambe queste strutture rappresentano fulcri intorno a cui ruotano abitazioni e vite del territorio. Senza restauri, gli abitati rischiano di perdere punti di riferimento fondamentali.
Attesa per il consorzio incaricato alla ricostruzione
Ad arquata capoluogo la situazione resta sospesa, dal momento che da fine febbraio non si conosce ancora il nome del consorzio incaricato di ricostruire le fondamenta della chiesa principale. Questa attesa diventa un nodo cruciale, perché aprirebbe la strada a nuovi cantieri e interventi paralleli, compreso quello necessario per la chiesa del ss. salvatore. La speranza dei volontari è riposta proprio in questa occasione: facendo partire più lavori insieme si potrebbe garantire una ripresa concreta della ricostruzione religiosa e culturale del comune.