Negli ultimi mesi, il Comando Carabinieri per la Tutela Forestale e dei Parchi ha intensificato le operazioni di controllo nei frantoi oleari nella provincia dell’Aquila. Questa iniziativa scaturisce dalla necessità di garantire che le pratiche di lavorazione dell’olio d’oliva siano conformi alle normative nazionali e regionali relative all’utilizzo delle acque di vegetazione e delle sanse umide. Le acque reflue generate nel processo di produzione, se smaltite in modo improprio, possono causare danni significativi agli ecosistemi locali.
Controllo e supervisione nei frantoi oleari
Il programma di controllo ha coinvolto diversi frantoi in specifiche aree della provincia. Sono stati ispezionati quattro frantoi nella Valle Roveto, due nella zona di Sulmona e tre nell’area di Barisciano e Capestrano. L’obiettivo principale di questi sopralluoghi è stato quello di verificare che le infrastrutture utilizzate per la gestione delle acque siano in regola con le normative settoriali. A tal fine, i Carabinieri Forestali hanno esaminato con attenzione gli impianti, le condotte e le vasche di stoccaggio degli oli. Un focus particolare è stato posto sulla regolarità dello spandimento del prodotto trattato sul terreno.
Le acque di vegetazione, che derivano dalla molitura delle olive e dal processo di lavaggio, devono essere gestite con scrupolo per prevenire il rilascio nell’ambiente di sostanze dannose. La presenza di irregolarità nell’immissione di queste acque nel ciclo produttivo rappresenta un rischio reale, capace di compromettere la salute degli ecosistemi circostanti. Le procedure di monitoraggio messe in atto mirano a garantire che le pratiche di gestione delle acque reflue siano sempre rispettate.
Irregolarità riscontrate e provvedimenti
Durante un’ispezione, il Nucleo Carabinieri Forestale di Barisciano ha scoperto irregolarità in un frantoio situato a Capestrano. Un addetto all’impianto è stato colto sul fatto mentre occultava nel terreno la sansa, ovvero il residuo solido della molitura delle olive. Questo materiale è classificato come rifiuto e la sua gestione non autorizzata rappresenta una violazione delle normative vigenti.
A seguito di quanto accertato, le forze dell’ordine hanno provveduto a deferire all’Autorità Giudiziaria tre persone coinvolte nella gestione del frantoio. I denunciati, di età compresa tra i 52 e i 75 anni, sono stati ritenuti responsabili di violazioni legate alla gestione dei rifiuti e all’utilizzo delle acque reflue. In aggiunta al deferimento, è scattato il sequestro dell’area coinvolta, che ricade all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
La nuova direzione assunta nelle operazioni di controllo segna un passo significativo verso la tutela dell’ambiente e la salvaguardia degli ecosistemi locali, riportando l’attenzione sulla responsabilità di ogni operatore del settore nel rispettare le normative sulla gestione delle risorse. I controlli continuano con l’intento di prevenire ulteriori irregolarità e garantire la legalità nella gestione dei frantoi oleari.
Ultimo aggiornamento il 18 Gennaio 2025 da Marco Mintillo