Un viaggio nel passato attraverso immagini suggestive di un’Italia che affascina per la sua bellezza e complessità. “Controluce” è il titolo del nuovo docu-film di Tony Saccucci, che sarà presentato al 42° Torino Film Festival. Questa pellicola, prodotta e distribuita da Luce Cinecittà, propone un mix unico di documentario e fiction. Attraverso una ricca selezione di filmati d’epoca, il film ci conduce nell’Italia del primo Novecento, un’epoca che, sebbene distante nel tempo, sembra ancora attuale. La trama non si limita a celebrare il passato, ma offre anche uno spaccato della vita di uno dei fotoreporter più influenti del suo tempo, Adolfo Porry-Pastorel.
Chi era Adolfo Porry-Pastorel
Adolfo Porry-Pastorel è ricordato non solo come un fotografo dal talento indiscusso, ma anche come un pioniere nel suo campo. Nato nel 1888, Porry-Pastorel si distinse per la sua eleganza e la sua lungimiranza nel mondo della fotografia. A soli vent’anni fondò l’agenzia V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, dando vita a una nuova forma di comunicazione visiva. La sua abilità nel catturare momenti storici lo portò a essere descritto come il “fotografo di Mussolini”, appellativo che gli fu attribuito in parte per le sue interazioni con il Duce e per le sue foto significative del periodo.
Il documentario rivela la figura di Porry-Pastorel attraverso una serie di aneddoti e immagini storiche. Fu famoso per presenziare con la sua ingombrante macchina fotografica proprio nel momento in cui la storia si faceva. Il suo occhio attento e originale riuscì a immortalare eventi cruciali come la Marcia su Roma e il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti. Questo permette al pubblico di comprendere non solo la persona, ma anche il contesto sociopolitico dell’Italia tra le due guerre.
Porry-Pastorel incarna un’epoca di cambiamenti e innovazioni, non solo nel mondo della fotografia ma anche nella società italiana. Il suo lavoro ha influenzato generazioni di fotoreporter e ha gettato le basi per quello che oggi conosciamo come paparazzi. Le sue immagini raccontano storie, ci mostrano la vita quotidiana e offrono un importante spaccato della cultura italiana, permettendo di comprendere le abitudini e le trasformazioni della società del tempo.
L’importanza del documentario “Controluce”
“Controluce” non è soltanto un tributo a Porry-Pastorel, ma anche un’importante riflessione su come la fotografia abbia il potere di raccontare la storia. Il film riesce a collegare il passato con il presente, confrontando i temi trattati da Porry-Pastorel con le questioni contemporanee. Saccucci utilizza un linguaggio visivo che mescola le immagini d’archivio con scene fiction, creando una narrazione fluida e coinvolgente che mantiene viva l’attenzione del pubblico.
Il docu-film permette agli spettatori di immergersi in un’epoca di profondi cambiamenti. Grazie all’impiego di filmati storici, viene creata un’atmosfera che evoca nostalgie e riflessioni. Ogni fotogramma apre una finestra su un’Italia che stava cambiando, mettendo in evidenza le sfide politiche, sociali e culturali. Le sequenze evidenziano anche le nuove abitudini degli italiani, catturate senza filtri dal talentuoso fotografo.
La scelta di presentare la vita di Porry-Pastorel attraverso diverse lenti – sia documentaristica che narrativa – consente una comprensione più ampia di un artista la cui eredità è palpabile ancora oggi. “Controluce” emerge come un’opera fondamentale per chi desidera esplorare le radici della fotografia e il suo impatto nella storia. Saccucci dimostra che anche un singolo individuo ha il potere di influenzare il flusso della storia, testimoniando eventi di rilevanza storica attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica.
L’opera di Tony Saccucci si presenta come un’evidente ricerca di significato, in un mondo dove le immagini raccontano storie e dove ogni scatto ha il potere di immortalare il tempo.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Laura Rossi