Nella giornata di ieri, due sigle sindacali hanno proclamato un’azione di sciopero che interesserà le prime di stagione del Teatro Carlo Felice di Genova fino alla conclusione della stagione, incluse le attese serate a Nervi. Questa mattina, il sovrintendente Claudio Orazi ha risposto con un documento esplicativo, cercando di smontare le accuse mosse dai sindacati e difendendo le scelte gestionali del prestigioso teatro.
Rinnovo contrattuale e contestazioni sindacali
Orazi apre il suo argomentare sottolineando un punto cruciale: lo scorso 13 novembre 2024 è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale delle Fondazioni lirico-sinfoniche, il quale, secondo il sovrintendente, è già stato implementato nel Teatro Carlo Felice in tutte le sue articolazioni. Pertanto, avrebbe poco senso, a suo avviso, affermare che i sindacati debbano fare pressione per l’applicazione dell’articolo 36 della Costituzione Italiana, in quanto questo sarebbe considerato inopportuno dopo un rinnovo contrattuale così recente. La posizione di Orazi si fonda sulla convinzione che un CCNL appena firmato non possa sollevare questioni riguardanti l’adeguatezza delle retribuzioni.
Quest’affermazione è al centro delle tensioni tra la direzione del teatro e i lavoratori. I rappresentanti sindacali sostengono che, nonostante i recenti sviluppi contrattuali, ci siano ancora esigenze impellenti da soddisfare e sollevano interrogativi circa il rispetto dei diritti dei lavoratori. La questione porta a un dibattito importante sul bilanciamento dei bisogni economici e quelli etici nel contesto della cultura e dell’arte.
Situazione degli organici al Carlo Felice
Passando ad un altro punto rilevante, Orazi ha toccato la questione dell’organico al Teatro Carlo Felice. Secondo il sovrintendente, la dotazione organica, approvata dai ministeri competenti, prevede 258 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 252 attualmente occupati. Pertanto, solo sei posti rimarrebbero scoperti. Orazi precisa che tali posti sono sempre stati coperti da personale a tempo determinato.
Questa affermazione provoca un certo malcontento tra i sindacati, che vedono in questa gestione una mancanza di attenzione verso la stabilità e la sicurezza del lavoro nel settore. La riorganizzazione degli organici, secondo le sigle sindacali, non può limitarsi a numeri e statistiche, ma deve considerare anche l’impatto umano, suggerendo che una vera stabilizzazione dei posti di lavoro è fondamentale per il buon funzionamento di un’istituzione culturale.
Accuse di risparmio e malcontento tra i lavoratori
Nella sua risposta, il sovrintendente si è anche soffermato sulle accuse di risparmi eccessivi a discapito dei lavoratori. Ha invitato a specificare quali riduzioni siano state effettivamente applicate e a quali dipendenti. Questa richiesta chiara sottolinea la volontà di Orazi di affrontare le critiche direttamente invece di permettere che rimanessero nell’ambito dell’indeterminatezza.
Il sovrintendente ha evidenziato come, a suo avviso, le affermazioni generiche influiscano negativamente sul morale dei lavoratori e possano creare un clima di sfiducia nel quale è difficile lavorare efficacemente. Questo clima teso riflette una realtà complessa, dove le scelte economiche sono sempre sotto l’occhio vigile dei dipendenti, che chiedono trasparenza e chiarezza.
Un futuro incerto per la direzione del teatro
Mentre la controversia tra sindacati e direzione continua a infiammarsi, nel contesto si profila anche la scadenza del mandato di Orazi. Non si hanno notizie ufficiali riguardo continuazione o cessazione del suo incarico, ma è evidente che eventuali cambiamenti in questo senso potrebbero influenzare la situazione attuale.
Il panorama del Teatro Carlo Felice, intriso di cultura e talento, si naviga ora attraverso acque torbide, mentre sia i lavoratori che la direzione attendono di vedere come si evolverà la situazione, con l’auspicio che i dialoghi possano portare a una risoluzione positiva per tutte le parti coinvolte.