La gestione della fauna selvatica è un tema che suscita dibattiti accesi in Italia, specialmente in Abruzzo, dove la Giunta regionale ha recentemente approvato un piano per il prelievo selettivo di circa 500 cervi nell’Aquilano. A sostenere questa decisione è Fabrizio Lobene, presidente regionale di Confagricoltura, che critica le opposizioni mosse da politici e gruppi ambientalisti. Questo articolo analizza le dinamiche in gioco e il contesto normativo che sottende a questa controversa iniziativa.
Le motivazioni di Confagricoltura: un approccio pragmatico verso la gestione della fauna
Le parole di Fabrizio Lobene
Fabrizio Lobene ha espresso forti preoccupazioni riguardo alle opposizioni che circondano il prelievo selettivo di cervi in Abruzzo. A suo avviso, queste critiche, provenienti da esponenti del WWF Abruzzo e da politici del PD e del Movimento 5 Stelle, si basano su una visione distorta della situazione. Lobene osserva che è tempo di superare le “paturnie” di chi si oppone a misure di gestione della fauna che sono invece necessarie per il benessere delle comunità locali, degli agricoltori e della salute pubblica. La sua critica si rivolge specificamente all’onorevole Nazario Pagano, il quale ha manifestato la sua contrarietà alla pratica venatoria. Lobene ipotizza che le sue dichiarazioni possano derivare, più che da un’opinione informata, da un’ignoranza dell’iter procedurale che ha portato alla decisione della Giunta.
Impatto delle popolazioni di cervi
L’obiettivo principale del prelievo selettivo è quello di controllare le popolazioni di cervi, che in alcune aree dell’Abruzzo hanno raggiunto densità problematiche. Questi animali possono causare danni significativi all’agricoltura e rappresentano un rischio per la sicurezza stradale, con incidenti in aumento causati da collisioni tra veicoli e fauna selvatica. La posizione di Confagricoltura è chiara: le azioni intraprese dalla regione sono dirette a risolvere queste problematiche, supportate da studi e dati scientifici.
Il quadro normativo e scientifico: una gestione equilibrata della fauna
Riferimenti scientifici a supporto della scelta
Il prelievo venatorio controllato è una pratica già in uso in molte regioni italiane, anche all’interno di aree protette. Per supportare la scelta, Confagricoltura L’Aquila rimanda a un incontro tenutosi il 30 aprile 2022 a Fagnano, organizzato dal Parco Naturale Sirente Velino, dove esperti in gestione della fauna hanno discusso le problematiche legate alla sovrappopolazione dei cervi. Durante la conferenza, Luca Pedrotti, specialista in monitoraggio faunistico, ha messo in evidenza l’importanza di approcci scientifici per affrontare la proliferazione e i danni causati da questi animali.
Il ruolo dell’ISPRA e l’importanza delle direttive
La scelta di procedere con il prelievo selettivo si fonda su un piano faunistico venatorio approvato, che include risultati di studi dettagliati e l’intervento diretto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale . Le direttive dell’ISPRA suggellano la necessità di abbattere un numero specifico di cervi, definendo anche le aree geografiche dove il prelievo dovrebbe avvenire. Lobene sottolinea che tali direttive non devono essere ignorate quando si tratta di preservare equilibri faunistici coerenti con le attività degli uomini.
Un futuro incerto: il dibattito continua
Le posizioni contrapposte: ambientalismo vs sviluppo locale
Il dibattito attorno al prelievo selettivo di cervi in Abruzzo mette in risalto tensioni tra gruppi ambientalisti, che richiedono maggior tutela della fauna e delle biodiversità, e le istanze degli agricoltori e della Giunta regionale, che vedono in questo approccio un modo per garantire una convivenza sostenibile fra uomo e natura. Le polemiche persistono, con accuse di strumentalizzazione politica da entrambe le parti.
Le prospettive per il settore agricolo e il sostegno della comunità locale
Mentre il prelievo potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine per i problemi derivanti da una fauna selvatica eccessivamente popolata, resta da vedere come le decisioni della Giunta influenzeranno il panorama politico, economico e sociale locale. La comunità agricola si attende un supporto più forte da parte delle istituzioni, che sia realmente funzionale alla salvaguardia delle loro attività e dei bilanci regionali. La questione rimane aperta, con la necessità di un dialogo costruttivo tra i vari attori coinvolti per una gestione equilibrata delle risorse naturali.
Ultimo aggiornamento il 20 Agosto 2024 da Donatella Ercolano