Il mondo del Gran Oriente d’Italia si trova nuovamente al centro di accesi dibattiti interni. Dopo l’approvazione di un’assise straordinaria, il Gran Maestro Stefano Bisi ha sollevato una questione delicata riguardante alcune lettere inviate da membri assenti. Questi documenti hanno suscitato preoccupazioni tra i consiglieri, con richieste di chiarimenti sulla legittimità della convocazione del consiglio. Il clima di tensione è palpabile, in un momento cruciale, a pochi mesi dalle elezioni previste per il 3 marzo 2024.
La questione delle lettere via PEC
Il dibattito ha preso piede quando alcuni membri di spicco della circoscrizione Lombardia hanno manifestato pubblicamente il loro dissenso riguardo alla regolarità della riunione. Figure rilevanti come Francesco Versaci hanno esposto posizioni molto critiche, affermando che le azioni intraprese da Bisi e dal suo omologo Seminario siano fondamentalmente illegittime. Versaci ha sottolineato che gli atti compiuti a nome del Goi siano da considerarsi nulli, in quanto i loro autori non possiederebbero i poteri necessari per rappresentare l’ente. L’argomento della carenza di poteri è emerso come punto cruciale, accentuando le tensioni già presenti all’interno dell’organizzazione.
Le comunicazioni via PEC sono state utilizzate come strumento per formalizzare le critiche, evidenziando la mancanza di legittimazione dei soggetti coinvolti nella convocazione e nelle decisioni. Questo approccio legale ha mostrato come i consiglieri non intendano tollerare nemmeno le più sottili eccezioni alle norme interne, richiedendo un’accurata revisione delle procedure.
La risposta dei consiglieri assenti
Flavio Gualdoni, altro consigliere lombardo che ha deciso di non partecipare, ha corroborato le affermazioni di Versaci. In una comunicazione inviata sempre via PEC ha messo in evidenza come il vuoto di poteri stia rendendo dubbia la validità della convocazione del consiglio. Gualdoni ha richiesto una revisione minuziosa di qualsiasi atto considerato straordinario, denunciando il pericolo di possibili delibere illegittime durante la riunione. Con queste affermazioni, il campo di battaglia legale si allarga, creando un ulteriore strato di complessità alle dinamiche interne del Goi.
Entrambi i consiglieri hanno aperto il vaso di Pandora riguardo alle potenziali conseguenze giuridiche che potrebbero derivare da incontri e decisioni non convalidate da una legittimazione chiara e trasparente. È evidente che la questione non si limita a un confronto di opinioni, ma si trasforma in una disputa che potrebbe avere ripercussioni fondate su basi legali.
Attese e strategie legali
Le lettere e le accuse hanno già raggiunto gli avvocati coinvolti, come Alessandro De Belvis, Pieremilio Sammarco e Lorenzo Borrè, che si stanno preparando a prendere decisioni strategiche in merito. Con la situazione in evoluzione, le parti sotto accusa potrebbero essere spinti a rispondere in maniera decisiva, puntando a chiarire le rispettive posizioni e a definire gli ambiti di responsabilità.
I legali potrebbero dover analizzare in profondità non solo le lettere inviate ma anche le normative interne che regolano il Goi, per valutare se ci sono stati effettivi abusi di potere. La necessità di una linea d’azione chiara diventa cruciale per affrontare le sfide legali imminenti e comprendere le implicazioni derivanti da questo conflitto interno. Il focus dei legali si concentrerà anche sulle possibili ritorsioni nei confronti di chi ha osato dissentire, interrogandosi su quanto questi eventi possano influire sul futuro della governance del Goi.
Dunque, il clima di apprensione permane all’interno della comunità del Goi, in attesa di chiarimenti e risposte da chi è direttamente coinvolto in questa spirale di accuse e contrattacchi legali.
Ultimo aggiornamento il 2 Dicembre 2024 da Armando Proietti