Il ministro della giustizia Carlo Nordio ha fissato un incontro il 7 maggio per discutere il destino dei quattro tribunali minori d’Abruzzo: Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Le preoccupazioni sono cresciute in seguito alla scadenza imminente delle proroghe che ne tengono in vita l’attività. La sorte di questi uffici giudiziari, cruciali per la gestione locale della giustizia, è ormai a un bivio. Le ultime parole dei rappresentanti del territorio mostrano un clima di attesa ma anche di timore.
La convocazione del ministro nordio e il contesto territoriale
Il 7 maggio il ministro Nordio ha chiamato a raccolta il comitato per la salvaguardia dei tribunali abruzzesi. Questa decisione arriva dopo mesi di attese e pressioni da parte delle amministrazioni locali e degli ordini professionali. La presenza del ministro rappresenta un momento decisivo per capire quale sarà la linea adottata dal governo sulla sorte di queste sedi giudiziarie. Le proroghe che oggi ne consentono il funzionamento scadono infatti entro la fine dell’anno, e senza misure straordinarie molti rischiano di chiudere.
Opinioni dei rappresentanti politici
Le parole della senatrice del Movimento 5 Stelle, Gabriella di Girolamo, e del senatore del Partito Democratico Michele Fina, mostrano un cauto ottimismo ma anche forti dubbi. Entrambi auspicano che il ministro voglia dare “risposte concrete e non solo annunci senza sostanza.” Il timore è che possa essere confermata una limitata sopravvivenza, magari a scapito di alcuni tribunali. La riserva più grossa riguarda proprio la possibilità che al termine della riunione si decida di salvare un solo tribunale su quattro, una scelta che avrebbe effetti pesanti sul sistema giudiziario regionale.
Le preoccupazioni degli ordini giudiziari e delle amministrazioni
Dopo mesi di smentite e rassicurazioni, il presidente dell’ordine degli avvocati di Sulmona ha chiesto una proroga “almeno prima della pausa esitiva”, espressione che ha riaperto il dibattito sull’effettiva volontà del governo di difendere tutti i tribunali abruzzesi. Questa richiesta ha suscitato allarme tra i parlamentari e le forze politiche locali che vedono nella proroga una concessione minima, da non prendere come risultato definitivo.
La posizione di Di Girolamo e Fina è chiara: le proroghe, proposte più volte come emendamenti al Parlamento, sono state sempre respinte dalla maggioranza e dal governo. Ora si spera in un’inversione di rotta che porti a una soluzione duratura e definitiva. La salvezza di questi tribunali non solo garantirebbe l’accesso alla giustizia nelle aree interne, ma eviterebbe una difficoltà ulteriore per cittadini e operatori legali costretti a spostarsi verso le grandi città.
Il ruolo dei comuni e degli ordini forensi
I sindaci e gli ordini degli avvocati sono in prima linea nel richiedere chiarezza sulle tempistiche e i contenuti del provvedimento che dovrà essere approvato entro maggio, prima delle elezioni amministrative. Sono preoccupati che eventuali annunci possano trasformarsi in semplici mosse politiche senza seguito pratico, con un impatto negativo sul territorio.
Le richieste formali e le attese per la riunione del 7 maggio
In vista dell’incontro con il ministro Nordio, i rappresentanti locali hanno chiesto ufficialmente di poter partecipare alla riunione per seguire da vicino gli sviluppi e poter intervenire direttamente. Vogliono evitare che decisioni vengano assunte senza considerare il punto di vista del territorio. La presenza degli ordini forensi e dei sindaci dovrebbe garantire un confronto più trasparente e puntuale.
Dubbi su un possibile testo di legge
Un nodo centrale rimane la voce che circola da tempo su un possibile testo di legge che salverebbe solo uno dei quattro tribunali, scelta vista come insensata dalle forze politiche abruzzesi. Il comitato vuole che il ministro confermi o smentisca questa posizione, utile anche a capire quale sarà l’ufficio giudiziario che, in caso di drastiche riduzioni, resterà in funzione.
Il governo è chiamato a fornire risposte precise, evitando decisioni parziali che potrebbero aggravare le condizioni delle aree coinvolte. A questo punto, i dubbi restano molti ma la convocazione del 7 maggio vara una nuova fase di dialogo sulla giustizia locale, che attende risposte concrete dai vertici ministeriali.