La questione dello spreco alimentare è diventata centrale nel dibattito sociale ed economico, in particolare in relazione all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Questo articolo analizza come le cooperative agroalimentari italiane, rappresentate da Confcooperative, abbiano sviluppato strategie efficaci per ridurre gli sprechi, dal campo alla tavola. Tra innovazione e solidarietà, le cooperative dimostrano che è possibile combattere gli sprechi alimentari attraverso iniziative concrete e pratiche di consumo responsabile.
L’impatto delle cooperative sulla riduzione degli sprechi
Negli ultimi dieci anni, il settore della cooperazione agroalimentare ha fatto significativi progressi nella lotta contro lo spreco alimentare. Con una quota di mercato che porta sulla tavola degli italiani un prodotto su quattro, le cooperative hanno investito in pratiche di innovazione e sostenibilità, portando a una diminuzione del 30% degli sprechi lungo tutta la filiera produttiva. A supporto delle politiche di riduzione degli sprechi, queste organizzazioni hanno donato oltre dieci milioni di pasti caldi a chi ne ha bisogno, collaborando con enti non profit e associazioni sociali.
Confcooperative ha sottolineato che l’obiettivo dell’Agenda 2030 prevede di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030. Secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, “per raggiungere questo traguardo è sufficiente diminuire il rifiuto di cibo di circa 50 grammi a settimana, esattamente sette grammi al giorno.” Le cooperative, quindi, si pongono come un modello virtuoso non solo in termini di produzione, ma anche di responsabilità sociale, educativa e culturale.
Buone pratiche e innovazione nella gestione degli avanzi
Un aspetto cruciale nella lotta contro lo spreco è rappresentato dalle pratiche innovative adottate dalle cooperative. Ad esempio, frutta e verdura che non riescono a trovare un mercato fresco vengono trasformate in succhi e conserve. Questa valorizzazione non solo previene gli sprechi, ma consente anche di offrire prodotti alternativi ai consumatori. Inoltre, alcune cooperative si concentrano sulla sensibilizzazione del pubblico, aiutando i consumatori a utilizzare le parti meno nobili degli alimenti.
Collaborando con enti locali e ristoranti, le cooperative promuovono corsi di cucina che insegnano come riutilizzare scarti alimentari, trasformando questi ultimi in piatti gustosi e apprezzabili. Queste iniziative non solo permettono di ridurre la quantità di cibo che finisce nella spazzatura, ma educano anche le persone a un consumo più consapevole, mostrando che anche i cosiddetti “avanzi” possono diventare il fulcro di ottime ricette.
Strategie di consumo responsabile degli italiani
Le pratiche di consumo consapevole degli italiani rappresentano un elemento fondamentale nella lotta contro gli sprechi alimentari. Secondo un’indagine di Confcooperative, le scelte quotidiane di acquisto degli italiani sono influenzate dalla necessità di ridurre gli sprechi. Il 36,84% degli intervistati dichiara di preferire l’acquisto di piccole quantità di cibo, mentre il 31,58% acquista soltanto ciò di cui ha realmente bisogno. Altri metodi comuni comprendono il congelamento dei prodotti in scadenza, che interessa il 15,79% del campione, e l’uso di ricette creative per riutilizzare gli avanzi, scelta praticata dal 10,53% degli italiani.
Queste abitudini di acquisto sono particolarmente evidenti quando si parla di prodotti ittici freschi. Infatti, circa quattro italiani su cinque prestano attenzione nell’acquistare pesci e crostacei, riducendo il rischio di sprechi per via del costo e delle abitudini di spesa collegati alla preparazione. In questo contesto, il tonno emerge come uno dei pesci più utilizzati, con tutte le sue parti impiegate in vari modi, riducendo al minimo gli scarti. Ad esempio, le lische e le teste dei pesci vengono utilizzate per preparare zuppe nutrienti e gustose.
Sfide e opportunità nel settore ittico
Nonostante i successi ottenuti, il settore ittico affronta sfide significative, come dimostra il caso del granchio blu. Questo crostaceo ha avuto un impatto devastante sulle popolazioni di vongole veraci nel Delta del Po, avendo distrutto oltre il 70% delle produzioni locali. Inoltre, la scarsa resa gastronomica del granchio blu, con solo il 15% del prodotto utilizzato, ha costretto i pescatori a scartare il 90% degli esemplari catturati.
Le opportunità si possono trovare nel valorizzare gli scarti e nel creare consapevolezza sui metodi di pesca sostenibili. I negozi di prossimità del sistema cooperativo, ad esempio, promuovono l’acquisto “salva spesa”, incoraggiando le persone a comprare solo ciò che serve veramente. Questa cultura del consumo responsabile e del rispetto per le risorse è parte integrante della missione delle cooperative, che continuano a lavorare per un futuro più sostenibile e giusto.
Ultimo aggiornamento il 4 Febbraio 2025 da Donatella Ercolano