Un nuovo progetto di formazione professionale sta per prendere il via ad Ancona, rivolto a un gruppo di detenuti che si preparano per un futuro dopo la pena. Questo corso è frutto di una collaborazione tra l’Università Politecnica delle Marche e il Comune di Ancona, con l’obiettivo di valorizzare le competenze di 12 detenuti presso la Casa di reclusione Barcaglione. L’iniziativa mira a fornire agli iscritti strumenti utili per il reinserimento nella società e per rendere un servizio alla comunità, con particolare attenzione alla gestione e manutenzione del verde urbano.
Dettagli del corso e competenze acquisite
Il corso, che inizierà il 14 marzo 2025, prevede un programma di 80 ore suddivise in lezioni teoriche e pratiche. Di queste, 28 ore saranno dedicate agli insegnamenti in aula, mentre 52 ore saranno riservate a un tirocinio pratico-applicativo. Gli studenti avranno l’opportunità di trasferire le conoscenze apprese direttamente sul campo, lavorando in aree specifiche come il parco della Cittadella e il parco di Posatore, oltre ad altre aree dell’Università. Le lezioni verteranno su argomenti essenziali come la botanica, l’agronomia, l’arboricoltura, la patologia vegetale, l’entomologia e le norme di sicurezza sul lavoro.
Questa formazione pratica non solo fornirà conoscenze teoriche, ma permetterà anche ai detenuti di acquisire competenze specifiche nel riconoscimento delle avversità fitopatologiche e nella manutenzione del verde urbano. Già dalla fine del corso, i partecipanti potranno aspirare a posizioni lavorative nel settore, garantendosi così un’occupazione stabile e contribuendo attivamente alla comunità.
Il valore dell’inclusione sociale
Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa nel contesto dell’inclusione sociale. L’Università non si limita alla formazione accademica, ma assume anche un ruolo attivo nel supporto a gruppi vulnerabili. “Diamo strumenti concreti perché queste persone diventino cittadini attivi”, ha affermato Gregori, evidenziando l’impegno dell’ateneo verso chi si trova in situazioni di fragilità.
Al termine del percorso formativo, i partecipanti non solo saranno in grado di gestire le problematiche legate al verde urbano, ma potranno anche rinnovare la propria identità sociale, affrontando così un futuro più promettente. È un passo significativo verso un reinserimento consapevole e responsabile.
Collaborazione tra l’università e le istituzioni penitenziarie
Il progetto ha trovato un supporto caloroso tra le figure chiave del sistema penitenziario. Manuela Ceresani, direttrice della Casa di reclusione Barcaglione, ha espresso l’entusiasmo per questo corso, considerandolo uno strumento utile sia durante il periodo di detenzione sia per il reinserimento successivo. Francesco Tubiello, responsabile della formazione presso l’istituto, ha ribadito che la creazione di opportunità per i detenuti è fondamentale per aumentarne la responsabilità civica e la consapevolezza sociale.
Questo corso è solo uno degli esempi di come le università possano intervenire nella vita delle persone detenute. Nel 2023, l’Università ha aderito alla Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari, dimostrando un impegno serio verso la formazione e il diritto allo studio per chi si trova in carcere. La partecipazione a corsi universitari è aumentata nel corso degli anni, con al momento oltre 1500 detenuti iscritti, testimoniando l’importanza di questi progetti.
Impatto sociale e sbocchi lavorativi
Iniziative come il corso offerto dalla Politecnica delle Marche confermano che l’istruzione è una chiave per la trasformazione personale e sociale. Alessandro Iacopini, direttore generale, ha evidenziato come la formazione possa fungere da catalizzatore per un cambiamento reale nella vita dei detenuti, permettendo loro di costruire una nuova vita professionale e personale. Grazie al coinvolgimento del Centro di ricerca interdipartimentale dedicato al Terzo Settore, il progetto si propone di andare oltre la formazione pura, offrendo anche una base di impiego nel privato e opportunità di lavoro a tempo indeterminato.
La collaborazione tra l’Università e le istituzioni penitenziarie si traduce, quindi, in un’azione concreta e mirata per promuovere un reinserimento alla vita sociale dei detenuti, dimostrando che il sapere può essere un valido alleato nella lotta contro l’emarginazione e la disoccupazione. Queste occasioni formative rappresentano una speranza di reddito e dignità per molti, e un’opportunità per la comunità di crescere insieme.