La recente sentenza della Corte Costituzionale ha affermato la costituzionalità del divieto di terzo mandato consecutivo per i presidenti delle giunte regionali. Questo pronunciamento riguarda specificamente la legge della Regione Campania, che consentiva al presidente uscente di candidarsi nuovamente, non rispettando i principi stabiliti a livello nazionale.
Il contenuto della legge campana
L’articolo 1 della legge impugnata dalla Corte stabiliva che chi avesse già ricoperto la carica di presidente per due mandati consecutivi non potesse essere rieletto immediatamente. Tuttavia, il testo della norma prevedeva un inciso che facesse decorrere il computo dei mandati dal momento dell’entrata in vigore della legge stessa. Questa formulazione, secondo quanto stabilito dalla Corte, creava una situazione di ambiguità nel calcolo dei mandati, di fatto esentando i presidenti uscenti dalla restrizione del divieto di terzo mandato alla prossima elezione.
La Consulta ha messo in evidenza come, modificando le modalità di computo dei mandati, la Regione Campania avrebbe applicato retroattivamente il divieto, eludendo l’intento normativo della legge nazionale numero 165 del 2004. Questo approccio è risultato in contrasto con l’articolo 122 della Costituzione, che delega ai legislatori regionali il compito di stabilire regole riguardanti l’ineleggibilità del presidente, rispettando però i principi fondamentali previsti dalla legge della Repubblica.
Il significato della sentenza
La decisione della Corte Costituzionale ha un impatto significativo sulla governance regionale. Essa riafferma il principio secondo cui il divieto del terzo mandato deve essere applicato in tutte le regioni ordinarie, stabilendo un precedente importante per future interpretazioni delle norme regionali. La scelta di vietare la rielezione immediata è stata concepita per garantire un ricambio democratico e prevenire possibili forme di continuità che potrebbero ledere il funzionamento sano delle istituzioni.
L’interpretazione della Corte si basa sull’idea che le leggi elettorali debbano garantire un equilibrio nel sistema politico, onde evitare che un singolo individuo possa dominare per troppi periodi consecutivi. La corretta applicazione di queste norme è essenziale per preservare la fiducia del pubblico nelle istituzioni democratiche.
Conclusioni sulla legge regionale
Sebbene la legge della Campania si ponesse l’obiettivo di promuovere una maggiore partecipazione politica, la Corte ha messo in luce che tali misure non possono andare oltre quanto stabilito dalla legge nazionale. L’argomentazione della Consulta evidenzia la necessità di una continua vigilanza sul rispetto delle regole democratiche fondamentali. La decisione offre un’opportunità di riflessione per i legislatori regionali sulla coerenza e la legittimità delle leggi che varano, affinché il sistema politico non venga compromesso.
Questa occasione serve anche per ricordare che la disciplina delle elezioni e delle cariche pubbliche deve sempre mantenere una base di rispetto per i principi democratici, garantendo che tutti i cittadini possano avere la possibilità di partecipare attivamente alla vita politica senza il rischio di continuità antidemocratica.