Corteo a Firenze: oltre 600 manifestanti protestano contro l’ipotesi di un comando Nato in città

A Firenze, oltre 600 persone hanno partecipato a un corteo pacifico contro l’ipotesi di insediamento di un comando NATO in città. I manifestanti, guidati da Davide Pinelli e Dmitrij Palagi, hanno espresso preoccupazioni sui rischi militari e sulla mancanza di trasparenza politica. La protesta ha sottolineato il rifiuto della comunità verso questa proposta e la…
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Corteo a Firenze: oltre 600 manifestanti protestano contro l’ipotesi di un comando Nato in città - Gaeta.it

Corteo a Firenze: oltre 600 manifestanti protestano contro l’ipotesi di un comando Nato in città

A Firenze, la tensione è palpabile. Ieri pomeriggio, più di 600 persone si sono unite in un corteo di protesta, avviatosi da piazza Bartali e diretto verso la sede del centro sociale Cpa in via Villamagna. L’evento, che ha avuto inizio alle 17, è stato indetto per esprimere il disappunto e l’opposizione all’ipotesi di insediamento di un comando della NATO nella città toscana. I manifestanti hanno sfilato pacificamente per le strade del quartiere di Gavinana, brandendo bandiere e cartelli con messaggi contro la guerra, l’alleanza atlantica e la controversa proposta di legge DDL 1660.

Il corteo e le sue rivendicazioni

Un percorso di protesta pacifica

Che si tratti di un aspetto cruciale per il dibattito cittadino, il corteo si è svolto in un clima tranquillo ma determinato. Durante il tragitto attraverso viale Giannotti, i partecipanti hanno fatto sentire la loro voce, esponendo striscioni e cartelli che esprimevano il loro rifiuto all’insediamento militare della NATO. Le bandiere ondeggianti e le voci che scandivano slogan hanno creato un’atmosfera di unità e solidarietà tra i manifestanti.

Per molti, il corteo non è stato solo un simbolo di dissentimento; è diventato un’opportunità per mettere in discussione la direzione in cui la città si sta muovendo. L’ipotesi di un comando NATO a Rovezzano ha alimentato un dibattito acceso tra politici e cittadini. Mentre i manifestanti marciavano, il messaggio era chiaro: un simile sviluppo non è accettabile per una città che si è storicamente contraddistinta per i suoi valori di pace e collaborazione.

Voci significative dalla protesta

Davide Pinelli e l’allerta sui rischi

Uno dei portavoce più attivi della manifestazione è stato Davide Pinelli, rappresentante del Comitato No comando Nato né a Firenze né altrove. Pinelli ha messo in guardia sui possibili rischi che una simile operazione comporterebbe per la città. “Firenze a quel punto sarebbe obiettivo militare,” ha detto. Secondo il rappresentante, ciò che sta avvenendo è una grave responsabilità politica. “I missili potrebbero cadere ovunque: su un ospedale, una scuola, un mercato rionale, o la casa di un normale cittadino.”

Pinelli ha criticato anche la retorica politica della sinistra, affermando che il Partito Democratico discute di pace solo in termini elettoralistici. “Questi criminali ci stanno esponendo a un rischio che non vogliono affrontare. Sono complici di un insediamento che potrebbe portare a una guerra su vasta scala,” ha aggiunto con toni accesi.

Il contributo di Dmitrij Palagi

Un altro intervento decisivo è stato quello di Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune e partecipante al corteo. Palagi ha sottolineato l’importanza di una risposta forte da parte della politica locale: “Firenze, città di pace, non può semplicemente dichiararsi tale a distanza,” ha affermato. “Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che sta accadendo nel nostro territorio.”

Palagi ha insistito sulla mancanza di trasparenza riguardo alle informazioni sull’eventuale attivazione del comando NATO a Rovezzano. “Abbiamo effettuato richieste formali di accesso agli atti e interrogazioni. Abbiamo anche presentato una mozione per spingere il consiglio comunale a votare contro questa ipotesi, seguendo l’esempio del consiglio del Quartiere 2, che è direttamente interessato.”

Il corteo ha concluso la sua marcia, ma la battaglia per la trasparenza e il rifiuto di un comando militare in città continuerà, con i cittadini che chiedono chiarezza e responsabilità ai loro rappresentanti.

Ultimo aggiornamento il 22 Settembre 2024 da Sara Gatti

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