Corteo a Milano per la pace: decine di migliaia in marcia per Gaza e la Palestina

Corteo a Milano per la pace: decine di migliaia in marcia per Gaza e la Palestina

Oltre 10.000 persone hanno sfilato a Milano per chiedere la fine del conflitto a Gaza, esprimendo solidarietà alla Palestina e richiamando l’attenzione su temi di giustizia sociale e pace globale.
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Corteo a Milano per la pace: decine di migliaia in marcia per Gaza e la Palestina - Gaeta.it

In un momento di crescente tensione globale, Milano è stata al centro di un grande corteo nazionale, partito da piazza Duca D’Aosta, di fronte alla stazione Centrale. Oltre 10.000 persone, giunte da ogni parte d’Italia, si sono unite per chiedere la fine del conflitto a Gaza e per esprimere solidarietà alla Palestina. L’evento ha attirato l’attenzione dei media e ha rappresentato un chiaro segnale politico e sociale contro la guerra in corso.

Un percorso simbolico attraverso Milano

Il corteo ha attraversato le strade di Milano, un percorso scelto non solo per ragioni logistiche ma anche per la sua carica simbolica. La manifestazione si è conclusa all’Arco della Pace, un luogo che ha sempre ospitato eventi di rilevanza storica e culturale. I partecipanti hanno mostrato bandiere palestinesi e striscioni che comunicano un messaggio chiaro: è tempo di fermare il genocidio e garantire la libertà per il popolo palestinese. La marcia ha incluso momenti di intensa partecipazione, con slogan come “Gaza libera, Palestina libera” e “intifada, intifada” che risuonavano lungo il percorso.

La scelta di piazza Duca D’Aosta come punto di partenza è significativa. Questa area, centrale e affollata, ha visto la partecipazione di tantissime persone, alcune delle quali hanno viaggiato per ore per essere presenti. La motus di protesta è stata una vera e propria manifestazione di unità, con persone di diverse età e background che si sono unite per un’unica causa.

Le immagini della protesta: simboli e attivismo

All’interno del corteo, molte immagini hanno colpito l’attenzione dei passanti e dei media. Tra le più potenti, ci sono stati gli attivisti che portavano in braccio finti neonati avvolti in lenzuoli bianchi macchiati di vernice rossa, una chiara allusione alla tragedia che colpisce i civili in guerra. Questa rappresentazione drammatica ha suscitato forti emozioni, mettendo in evidenza l’impatto devastante del conflitto nella vita quotidiana delle persone.

In prima fila, i manifestanti non hanno esitato a esprimere il loro sostegno per Anan Yaeesh, un palestinese accusato di terrorismo in Italia e detenuto nel carcere di Terni. I cartelli per chiedere libertà per Yaeesh sono stati esibiti con forza, evidenziando la complessità della situazione e la richiesta di un trattamento giusto e umano per chi è coinvolto in tali controversie legali.

L’asse interno al corteo: sigle e associazioni unite

Numerosi gruppi e organizzazioni hanno preso parte alla manifestazione, tra cui l’Anpi , i Giovani Palestinesi e il sindacato Adl Cobas, insieme ad altre sigle sindacali. Questa alleanza di soggetti diversi, uniti da un obiettivo comune, ha rappresentato un segnale di coesione sociale e impegno collettivo verso una causa globale. La presenza di diverse associazioni ha anche portato a una maggiore diversità nelle voci e nei messaggi espressi durante il corteo.

Questo evento ha anche sottolineato la necessità di una risposta collettiva alla crisi in corso a Gaza. Manifestazioni simili si sono verificate in altre città d’Italia e d’Europa, a dimostrazione di un movimento globale che chiede la pace e la giustizia per il popolo palestinese.

La giornata si è chiusa con un forte senso di comunità e di determinazione. I manifestanti hanno lasciato il segno, sia nella città di Milano sia nel dibattito più ampio sulla situazione in Medio Oriente.

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