Corteo a Roma per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: Le richieste di Non Una di Meno

Il corteo di “Non Una di Meno” a Roma denuncia la violenza di genere come problema strutturale, chiedendo politiche incisive e supporto per le vittime, evidenziando anche il legame con i diritti umani.
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Corteo a Roma per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: Le richieste di Non Una di Meno - Gaeta.it

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il movimento Non Una di Meno ha organizzato un corteo a Roma, dando voce a una problematica che affligge la società. Le manifestanti, guidate da Carlotta, hanno denunciato la persistenza della violenza di genere come una questione strutturale, soggetta a inefficienze e carenze nei finanziamenti per i servizi di aiuto e prevenzione alle donne vittime di abusi. Attraverso il loro slogan “Disarmiamo il patriarcato”, le partecipanti hanno evidenziato la necessità urgente di politiche più incisive e di supporto.

Le radici della violenza di genere in Italia

La violenza contro le donne non rappresenta solamente un’emergenza, ma è un fenomeno radicato nella cultura patriarcale presente nel nostro paese. Secondo i dati forniti da Non Una di Meno, dall’inizio dell’anno, si sono registrati 104 femminicidi, un numero preoccupante che evidenzia l’urgenza d’interventi sistematici. Carlotta ha sottolineato che il femminicidio è solo “la punta dell’iceberg” di un problema più vasto, comprendente le molestie, le discriminazioni lavorative e scolastiche, le quali spingono oltre 20 mila donne a rivolgersi annualmente ai centri antiviolenza.

Queste statistiche mettono in luce la persistenza di una cultura che non solo tollera, ma spesso legittima la violenza contro le donne. La manifestazione, dunque, ha avuto un significato profondo, invitando le istituzioni a investire nelle politiche e nei fondi necessari per supportare le vittime e garantire che le loro voci vengano ascoltate.

La posizione di Non Una di Meno e la questione palestinese

Nel corso della manifestazione, è emersa anche la posizione di Non Una di Meno riguardo a questioni internazionali. Carlotta ha affermato l’importanza dell’autodeterminazione della Palestina, collegando la lotta contro la violenza di genere a quella per i diritti umani in contesti di guerra. Le donne, evidenziava, sono spesso le prime vittime dei conflitti, e la loro sofferenza non può essere trascurata.

Sottolineando l’autonomia del movimento dai partiti politici, Carlotta ha affermato che Non Una di Meno mantiene una posizione chiara e determinata nelle lotte sociali. La guerra globale e la violenza patriarcale, ha detto, devono essere affrontate in modo collettivo e con azioni concrete, per potenziare una mobilitazione che provenga dal basso e possa essere d’ispirazione per altre realtà.

La questione dei perpetratori di violenza

Rispondendo a domande riguardo alle attribuzioni di responsabilità per la violenza, Carlotta ha specificato che non è tanto la nazionalità a determinare le violenze, quanto il contesto relazionale. Dati indicano che oltre l’80% dei casi di violenza domestica si verifica tra partner o ex partner. Questo aspetto invita a riflettere su come le dinamiche di possesso e controllo tra uomini e donne si manifestino indipendentemente da fattori culturali o etnici.

La violenza, perciò, assume forme diverse ma è radicata in una visione patriarcale che permea ogni società. Non Una di Meno ha ribadito che l’appartenenza all’italianità dei perpetratori non deve distogliere l’attenzione dal problema sistemico, ma al contrario, deve orientare il dibattito verso una riflessione più profonda sulla cultura delle relazioni e sulle interazioni tra individui.

L’azione di Non Una di Meno si configura quindi come un appello forte e chiaro affinché le istituzioni ascoltino e rispondano ad una domanda di giustizia e sicurezza, non solo per le donne, ma per tutta la società.

Ultimo aggiornamento il 23 Novembre 2024 da Sara Gatti

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