Un’adunanza di circa 150 studenti ha attraversato oggi il centro di Udine per contestare le recenti decisioni del governo in materia di istruzione. Slogan e messaggi chiari sono stati esposti per esprimere il discontento nei confronti delle scelte politiche attuali riguardanti il sistema scolastico e le questioni internazionali. Gli studenti hanno utilizzato cartelli e striscioni che portavano frasi significative come “Fuori dalla Nato”, “Saperi liberi per studenti liberi” e “Soldi alla scuola e non alle guerre”. Con questo corteo, gli organizzatori hanno voluto inviare un messaggio forte e chiaro all’assessora regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, in seguito alla consegna di un documento che esplicita le loro richieste.
Le criticità denunciate dagli studenti
Il corteo ha portato alla luce numerose problematiche che i manifestanti ritengono urgenti. Una delle principali riguarda l’“esiguità” dei fondi stanziati per il comodato d’uso, un aspetto essenziale nelle linee guida triennali sul diritto allo studio. Attualmente, questo supporto economico viene garantito solo per il biennio, una scelta considerata insufficiente dagli studenti. Il documento presentato durante la manifestazione evidenzia anche il malcontento riguardo all’eliminazione delle fasce ISEE per l’erogazione del contributo della dote scuola, ritenuta una misura che limita l’accesso ai benefici economici per molti studenti.
Il corteo ha visto i partecipanti esprimere richieste chiare, tra cui l’implementazione di ulteriori misure a favore del diritto allo studio. Gli studenti hanno sottolineato la necessità di fondi dedicati alla rappresentanza per le consulte, oltre a sottolineare l’importanza di percorsi come i PCTO e gli itinerari di istruzione e formazione professionale che devono essere “tutelati e tutelanti”. Ulteriormente, gli studenti hanno chiesto una vera applicazione della carta di Lorenzo, un’iniziativa che mira a garantire pari opportunità nel settore scolastico, e la creazione di un osservatorio sull’edilizia scolastica per monitorare le condizioni delle strutture educative.
Critiche al finanziamento delle scuole paritarie
Oltre alle questioni legate al diritto allo studio, i manifestanti hanno espresso una forte critica riguardo alla decisione del governo di stanziare fondi per ridurre i costi delle rette per le scuole paritarie. Questa mossa è stata interpretata come una scelta politica che tende a favorire coloro che già godono di privilegi, aumentando il divario fra le scuole pubbliche e quelle private. Gli studenti hanno comunicato chiaramente che destinare risorse pubbliche a sostegno delle scuole private non è ciò che si aspettano da un governo che dovrebbe garantire l’uguaglianza e un accesso equo all’istruzione per tutti.
La manifestazione di oggi ha quindi evidenziato come il tema dell’istruzione non riguardi solo le singole scuole, ma come sia parte di un discorso più ampio che coinvolge politica, economia e diritti sociali. Con il loro corteo, gli studenti hanno recuperato la voce in un dibattito critico che è destinato a proseguire nei prossimi mesi.
Ultimo aggiornamento il 15 Novembre 2024 da Marco Mintillo