Corteo milanese contro il ddl sicurezza: oltre 2000 persone in protesta per diritti e libertà

Corteo milanese contro il ddl sicurezza: oltre 2000 persone in protesta per diritti e libertà

Circa 2000 manifestanti hanno sfilato a Milano contro il ddl sicurezza, esprimendo dissenso verso il governo Meloni e sostenendo la causa palestinese, richiedendo giustizia per Ramy e diritti civili.
Corteo milanese contro il ddl Corteo milanese contro il ddl
Corteo milanese contro il ddl sicurezza: oltre 2000 persone in protesta per diritti e libertà - Gaeta.it

Un ampio corteo ha sfilato nella città di Milano oggi, con la partecipazione di circa 2000 manifestanti che hanno espresso la loro contrarietà al disegno di legge 1660. Organizzato da vari gruppi, tra cui collettivi studenteschi, proPal e attivisti di Rifondazione Comunista, il corteo si è snodato da piazza 24 maggio attraverso la circonvallazione interna, per terminare in piazzale Lodi senza particolari incidenti.

Un corteo ricco di significati

Il corteo milanese è stato più di una semplice manifestazione contro il ddl sicurezza; ha anche rappresentato un grido di protesta contro la gestione del governo Meloni, che secondo i partecipanti segna una deriva autoritaria. Durante il percorso, gli attivisti hanno acceso fumogeni e lasciato scritte sul suolo cittadino, esprimendo il loro dissenso non solo per il ddl in discussione, ma anche contro la repressione delle forze dell’ordine. In particolare, uno slogan recitava “Polizia assassina, Ramy vive“, in riferimento a un giovane deceduto in un inseguimento con la polizia.

Il clima visibilmente acceso è stato segnato dalla presenza di un grande striscione in testa al corteo con la scritta “Gloria alla Resistenza. Fino alla liberazione“, che ha dato slancio al serpentone umano, costituito da persone di diverse età e provenienze. È emerso quindi un messaggio chiaro: la lotta per i diritti e le libertà fondamentali è centrale nel loro intervento.

Gli episodi di tensione e la reazione del pubblico

Durante il corteo si è registrato un episodio di tensione quando il giornalista Klaus Davi si è avvicinato per osservare la manifestazione. Alcuni partecipanti, infastiditi dalla sua presenza, gli hanno urlato di allontanarsi. Fortunatamente, il momento di conflitto si è risolto in breve tempo, con Davi che ha deciso di allontanarsi senza ulteriori sviluppi. Questo episodio ha evidenziato la sensibilità degli attivisti nei confronti di chi possa considerare la loro protesta come una mera notizia da riportare, sottraendo il focus alle ragioni profonde della loro presenza in strada.

Le rivendicazioni per la Palestina e la lotta per verità

La manifestazione ha coinciso con il 72esimo sabato di protesta a sostegno della causa palestinese iniziato il 7 ottobre 2023. I manifestanti hanno fatto sentire la loro voce non solo contro il ddl sicurezza, ma anche per chiedere giustizia per la morte di Ramy e per rivendicare i diritti del popolo palestinese. Le grida di “verità per Ramy” durante il corteo hanno sottolineato l’importanza della memoria e della giustizia, creando un legame tra le diverse cause di protesta.

Il percorso ha abbracciato anche il quartiere della zona Ticinese, dove l’adesione al corteo è risultata particolarmente forte. Le strade si sono animate di slogan che richiedevano una visione più giusta e meno repressiva della società, lasciando un’impressione duratura sulla cittadinanza. A ogni angolo del percorso, si notava una partecipazione attiva e una comunità unita nel richiedere una maggiore attenzione ai diritti civili.

Questo corteo non ha solo fatto sentire la voce dei partecipanti, ma ha anche attirato l’attenzione su questioni fondamentali che continuano a riguardare la società odierna, rendendo chiaro che la lotta per la giustizia e i diritti umani è ben lontana dall’essere conclusa, affermando la necessità di un dialogo aperto e costruttivo.

Change privacy settings
×