Nel panorama della gestione dei rifiuti in Italia, emergono sempre più evidenti le differenze tra le varie aree del Paese. I dati più recenti evidenziano come il costo medio pro capite per la gestione dei rifiuti urbani vari notevolmente, con il Nord che si conferma più virtuoso rispetto al Centro e al Sud. Queste differenze, che oscillano intorno ai sessanta euro, si riflettono non solo sulle tasche dei cittadini, ma anche sull’efficienza dei sistemi di smaltimento e sulle politiche di esportazione dei rifiuti, questioni cruciali in un Paese che sta ancora cercando di trovare un equilibrio sostenibile nel ciclo dei rifiuti.
I costi medi per la gestione dei rifiuti
In Italia, il costo medio annuo per abitante per la gestione dei rifiuti urbani si attesta nel 2023 a 197 euro. Questo dato segna un incremento rispetto all’anno precedente, quando si era registrato un costo di 192,3 euro. Il Nord Italia continua a rappresentare l’area con i costi più contenuti, con una media di 173,3 euro per abitante. Al contrario, nel Centro-Nord la cifra si impenna fino a 233,6 euro pro capite, mentre nel Sud rimane più bassa, attestandosi a 211,4 euro. Questo divario economico è in parte attribuibile alle diverse modalità di raccolta e smaltimento, che variano notevolmente tra le regioni.
Alcune città presentano costi particolarmente elevati: Venezia spicca con un costo di 411 euro per abitante e una percentuale di raccolta differenziata di circa il 63%. Cagliari e Perugia seguono con 296,7 e 291 euro rispettivamente, a fronte di percentuali di raccolta differenziata superiori al 70%. D’altro canto, le città con i costi più contenuti includono Campobasso, Trento e Palermo, rispettivamente con 166,8 euro, 170,9 euro e 185,3 euro per abitante. Roma, sorprendentemente, registra un costo di 272,9 euro per abitante, il che solleva interrogativi sulla gestione dei rifiuti nella capitale.
Le componenti del costo della gestione rifiuti
Il report dell’Ispra ha scomposto i costi della gestione dei rifiuti in diverse categorie. Per il 2023, la voce relativa alla raccolta e trasporto delle frazioni differenziate è di 52,9 euro per abitante. A questa si aggiungono 23,6 euro per il trattamento e smaltimento, 20 euro per la raccolta e trasporto dei rifiuti urbani indifferenziati e 24,2 euro per il trattamento e recupero. Non da ultimo, ci sono spese per lo spazzamento e lavaggio dei rifiuti, con un costo di 24,5 euro, e l’uso del capitale, pari a 22,1 euro per abitante. Questi dati rivelano un complesso sistema di spese che può incidere notevolmente sulla salute economica delle municipalità e, di conseguenza, sui cittadini.
Queste spese, ovviamente, non comprendono solo il costo diretto della raccolta e dello smaltimento, ma toccano anche aspetti di gestione solidi e organizzati della differenziazione, necessaria per una gestione dei rifiuti più efficiente e sostenibile. La differenza nei costi tra le regioni fa emergere problematiche legate alla mancanza di omogeneità nei servizi, ma anche alla necessità di migliorare la qualità del servizio per giustificare eventuali aumenti di spesa.
Esportazione e importazione dei rifiuti: un mercato in crescita
Un altro aspetto cruciale nella gestione dei rifiuti è l’aspetto dell’export. Nel 2023, l’Italia ha esportato circa il 4,6% dei rifiuti urbani prodotti, pari a 1,4 milioni di tonnellate. Le regioni che si sono distinte per volumi di esportazione sono principalmente Campania, Lombardia e Calabria. Le destinazioni preferite per queste esportazioni includono Danimarca, Paesi Bassi e Germania. Questi Paesi, dunque, si trovano ad affrontare ondate di rifiuti italiani, nel contesto di un sistema che cerca soluzioni per affrontare l’emergenza dei rifiuti.
Parallelamente, l’Italia effettua anche importazioni di rifiuti, con un totale di 319 mila tonnellate nel 2023. La Francia risulta il Paese da cui proviene il maggiore quantitativo di rifiuti importati, seguita dalla Svizzera e dalla Germania. Tra i rifiuti importati ci sono materiali riciclabili come vetro, metallo e abbigliamento, il che suggerisce una tendenza a cercare risorse alternative per alimentare il ciclo produttivo del Paese. Questo movimento crescente di rifiuti, sia in entrata che in uscita, riflette un mercato in continua evoluzione, in cui gli equilibri tra diverse regioni devono essere costantemente monitorati e gestiti.
Le cifre e le statistiche presentate offrono uno spaccato molto chiaro e dettagliato della situazione dei rifiuti in Italia, tracciando un quadro di sfide e opportunità che caratterizzano la gestione degli stessi su tutto il territorio nazionale.
Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Sara Gatti