La situazione sanitaria nelle Marche richiede un’attenzione immediata, poiché nel 2024 è emerso che il fabbisogno di nuovi medici nella regione ha toccato quota 445, di cui 410 per la medicina generale e 35 per l’odontoiatria. Tuttavia, l’Università Politecnica delle Marche ha solamente formato 213 professionisti, meno della metà del fabbisogno previsto. Le proiezioni per il 2025 indicano un ulteriore incremento della necessità di medici, che si stima supererà le 500 unità oltre a 40 odontoiatri. Questo scenario è stato delineato dal vice presidente della Regione, Filippo Saltamartini, durante un’interrogazione del Partito Democratico riguardo all’approvazione della Link Campus Università per attivare corsi di laurea nei settori di medicina e odontoiatria in tre città marchigiane.
La posizione della regione e i corsi di medicina alla Link Campus
L’approvazione della Link Campus Università ha suscitato un acceso dibattito. Saltamartini ha voluto chiarire che il parere positivo alla creazione di questi corsi è una risposta diretta alla mancanza di formazione adeguata per medici nelle Marche. Il numero insufficiente di medici disponibili è stato attribuito anche ai governi passati, come quelli di Enrico Letta e Paolo Gentiloni, che non hanno garantito la formazione necessaria dal 2012 in avanti.
Il vice presidente ha aggiunto che la formazione dei medici richiede tempo, specificando che “ci vogliono circa dieci anni prima che un laureato possa entrare nel mercato del lavoro come medico specialista”. Per affrontare questa crisi, l’attuale giunta regionale ha iniziato a finanziare borse di specializzazione, per un totale di 150 all’anno, nella speranza di colmare il divario e garantire un turnover adeguato nel sistema sanitario della regione.
Evidentemente, la decisione di concedere il parere favorevole alla Link si inserisce in un quadro più ampio di esigenze sanitarie emergenti. Saltamartini ha fatto notare che, nel 2025, entreranno in servizio circa 10 mila medici, mentre se ne prevede l’uscita di 16 mila, sottolineando l’urgenza di formare nuovi professionisti per bilanciare questo turnover.
La reazione del Partito Democratico e le critiche al governo regionale
Il consigliere del Partito Democratico, Romano Carancini, ha espresso una forte opposizione all’approvazione dei corsi di medicina da parte della Link Campus Università, citando le recenti notizie riguardanti i finanziamenti ricevuti dalla Lega da parte delle università private. Carancini ha chiesto alla Regione di sospendere l’autorizzazione concessa alla Link, ritenendo che la decisione metta a rischio la qualità della formazione dei futuri medici.
Secondo Carancini, le preoccupazioni non si limitano solo ai critiche sugli atenei privati ma riguardano una mancanza di chiarezza nelle motivazioni della Regione per autorizzare l’apertura di nuovi corsi di laurea. Ha sottolineato che il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, non ha preso in considerazione vari aspetti fondamentali come la sostenibilità economica del progetto formativo, i costi per gli studenti e le risorse necessarie al funzionamento dei nuovi corsi.
Il Partito Democratico ha messo in evidenza che manca una consultazione adeguata con i rettori delle università regionali e ha affermato che “il fabbisogno di professionisti sanitari non può essere determinato solo sulla base della previsione di iscrizioni a un’università privata”.
Le prospettive future per la formazione dei medici nelle Marche
La questione della formazione dei medici nelle Marche è di fondamentale importanza, non solo per assicurare la salute dei cittadini, ma anche per garantire un sistema sanitario capace di rispondere efficacemente alle necessità future. Con l’approvazione dei corsi presso la Link Campus Università, emergono interrogativi rilevanti su come la Regione intenda affrontare le lacune nella formazione e programmazione dei professionisti della salute.
Saltamartini ha difeso la scelta, affermando che “i corsi offerti dalla Link Campus seguiranno lo stesso programma formativo e utilizzeranno gli stessi docenti dell’Università Politecnica, offrendo così un livello di formazione comparabile a quello degli atenei pubblici”. Questa affermazione ha attirato ulteriori critiche da parte del Partito Democratico, che teme che un’inflazione dell’offerta formativa possa compromettere la qualità dell’istruzione medica nella regione.
Le tensioni fra le istituzioni e i partiti della regione evidenziano una spinta crescente verso una revisione del sistema di formazione sanitaria. Resta da vedere come si svilupperà il dibattito attorno a questi corsi di laurea e come il governo regionale risponderà alle preoccupazioni espresse dai vari attori coinvolti. La salute dei cittadini marchigiani dipende in gran parte dalla capacità della regione di formare medici sufficienti e preparati, in un contesto sempre più competitivo e complesso.