A Milano, la situazione abitativa si sta facendo sempre più drammatica. Il Comitato ‘Famiglie Sospese-Vite in Attesa‘ ha riportato un notevole incremento del numero di famiglie in difficoltà, con una nuova stima che mette a malincuore in evidenza la crescita del fenomeno. Saranno circa 15.000 i nuclei familiari a Milano che si trovano in questa incresciosa condizione, in un contesto dove la precarietà abitativa diventa sempre più palpabile.
Il reclamo delle famiglie e l’incontro con il governatore
Filippo Maria Borsellino, membro del suddetto comitato, ha recentemente consegnato questa allarmante stima al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, durante un incontro tenutosi a Palazzo Lombardia. Inizialmente, la stima parlava di circa 1.600 famiglie, una cifra nettamente inferiore che ora non riesce più a rispecchiare la grave situazione attuale. La crescita esponenziale del numero di famiglie coinvolte solleva interrogativi sulle politiche abitative e sull’attenzione dei vari livelli istituzionali verso una crisi che si fa sempre più seria.
Borsellino ha espresso l’urgenza di una maggiore responsabilità da parte di tutti i partiti, sottolineando che la problematica delle famiglie coinvolte trascende le ideologie. “Le famiglie sono bipartisan,” ha dichiarato, enfatizzando che l’emergenza abitativa dovrebbe unire, piuttosto che dividere. La richiesta centrale è quella di una norma nazionale che possa sbloccare la situazione. In assenza di interventi strutturali, sono proprio le famiglie in difficoltà a pagare il prezzo più alto.
Le necessità immediate e le richieste al governo
Il comitato ha evidenziato che è necessario intervenire immediatamente e che le famiglie in difficoltà non possono più attendere. “Serve una norma nazionale, qualunque essa sia, per sbloccare la situazione,” ha dichiarato Borsellino. Questa richiesta si inserisce in un contesto nazionale in cui la crisi abitativa non è un problema esclusivo di Milano, ma che colpisce anche altre città italiane.
La mancanza di un intervento adeguato potrebbe portare a conseguenze sempre più gravi per i nuclei familiari coinvolti, che si trovano a fronteggiare non solo difficoltà economiche, ma anche lo stress e l’insicurezza legate alla propria condizione abitativa. È fondamentale che le istituzioni ascoltino le richieste dei cittadini e che vengano messi in atto piani di intervento che possano realmente fare la differenza.
La riunione con Fontana rappresenta un passo importante, ma le famiglie chiedono risposte concrete e azioni rapide. La questione deve assumere una priorità nella scala degli interventi pubblici, non solo a livello locale ma anche nazionale.
Di fronte a questa emergenza, le famiglie si trovano unite nel chiedere soluzioni, nella speranza che non solo le istituzioni regionali, ma anche quelle nazionali possano farsi carico di un problema che rischia di diventare sempre più insostenibile nella vita di migliaia di cittadini.