Cresce il numero di persone che rinunciano alle cure: Fano e le Marche tra i territori più colpiti

Cresce il numero di persone che rinunciano alle cure: Fano e le Marche tra i territori più colpiti

Cresce il numero di marchigiani che rinunciano a prestazioni sanitarie per motivi economici e pratici, evidenziando l’urgenza di riforme nel sistema sanitario regionale per garantire accesso equo alle cure.
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Cresce il numero di persone che rinunciano alle cure: Fano e le Marche tra i territori più colpiti - Gaeta.it

La situazione della sanità nelle Marche emerge come una questione di crescente preoccupazione, con un numero sempre maggiore di cittadini che evita di accedere a prestazioni sanitarie. Secondo i dati resi noti dal consigliere comunale di Fano, Samuele Mascarin, le problematiche economiche e i disagi legati all’accesso ai servizi stanno spingendo le persone ad abbandonare cure e controlli sanitari necessari. Questo trend, allarmante e preoccupante, solleva interrogativi sulle politiche sanitarie in atto nelle Marche e sul loro impatto sulla popolazione.

Dati allarmanti: rinunci per motivi economici e pratici

Nel 2023, circa 4.5 milioni di italiani hanno scelto di rinunciare a prestazioni sanitarie, segnando un incremento rispetto allo scorso anno. Samuele Mascarin ha evidenziato come il 7.6% della popolazione marchigiana si trovi in questa condizione, in aumento rispetto al 7% del 2022. Le ragioni di questo comportamento sono molteplici, ma risultano chiaramente legate sia a difficoltà economiche che a problemi legati all’organizzazione dei servizi.

Le lunghe liste d’attesa per visite e interventi, insieme alla complessità logistica per raggiungere le strutture sanitarie, sono fattori che contribuiscono in modo significativo a questa scelta. Molti cittadini, infatti, si trovano costretti a pesare le proprie opzioni: da un lato la necessità di sottoporsi a cure e trattamenti, dall’altro il timore di costi insostenibili o l’impossibilità di accedere fisicamente ai servizi richiesti. Questo fenomeno non solamente compromette la salute individuale, ma crea un incubo collettivo per l’intero sistema sanitario, che appare sempre più incapace di garantire un accesso equo e tempestivo.

Le Marche a confronto con altre regioni italiane

Mascarin, nel suo intervento, trae in causa anche i dati pubblicati dal CNEL, che pongono le Marche in posizioni preoccupanti rispetto ad altre regioni italiane. Solo Lazio e Sardegna presentano tassi di rinuncia più elevati, rispettivamente a quota 10.5% e 13.7%. Questi numeri forniscono un quadro chiaro della situazione regionale e un confronto difficile da ignorare, evidenziando la necessità urgente di interventi strategici volti a migliorare la sanità marchigiana.

La disparità di accesso alla sanità tra le diverse regioni d’Italia implica anche una responsabilità per le istituzioni locali, che devono farsi carico dei problemi riscontrati dai cittadini. A fronte di questo scenario, Mascarin pone domande scomode, una delle quali riguarda i fondi e le promesse non mantenute: “Che fine hanno fatto i 50 posti letto promessi per il Santa Croce di Fano?”

La richiesta di un cambio di rotta nella sanità

La situazione renderebbe necessario un cambio profondo nelle strategie sanitarie adottate dalla regione. Mascarin non si limita a segnalare il problema, ma chiede un intervento concreto e mirato per affrontare le criticità riscontrate dalla popolazione. La salute pubblica deve tornare al centro dell’agenda politica, e bisogna rendere i servizi sanitari accessibili a tutti, senza distinzione.

Richiamando l’attenzione dei dirigenti e dei responsabili per la salute, il consigliere d’opposizione fa un appello per definire politiche che possano garantire assistenza adeguata e tempestiva, affrontando così le sfide emergenti di una sanità in crisi. Con il crescente numero di cittadini che rinunciano alle cure, l’urgenza di ripensare il sistema sanitario marchigiano diventa imperativa. La speranza è che l’attenzione su queste problematiche porti a risultati concreti e positivi, che possano fungere da esempio per un rilancio della fiducia dei cittadini nel sistema sanitario locale.

Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2024 da Laura Rossi

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