La transizione energetica sta diventando un tema di grande rilevanza a livello globale, e anche in nazioni tradizionalmente legate a fonti fossili come Azerbaigian e Kazakistan si registra una crescente consapevolezza dell’importanza di questo cambiamento. Le recenti ricerche condotte dalla Fondazione Maire evidenziano che un’ampia fetta della popolazione in questi Paesi riconosce il ruolo cruciale della transizione energetica nel contrastare il cambiamento climatico. Con il 64% degli azeri e il 53% dei kazaki che vedono questa transizione come fondamentale, i dati pongono questi Paesi in una posizione interessante rispetto a nazioni come Italia e Regno Unito.
La ricerca della Fondazione Maire
Lo studio condotto dalla Fondazione Maire, in collaborazione con Ipsos, presenta dati significativi riguardanti 12 Paesi. La ricerca di quest’anno, che si svolge durante Cop29, ha ampliato il panel includendo Azerbaigian e Kazakistan, portando il numero totale di partecipanti a circa 2000, con un campione educato e interessato ai temi ambientali. Questo studio si pone l’obiettivo di mettere in evidenza come i Paesi, anche quelli storicamente legati ai combustibili fossili, stiano progressivamente comprendendo l’importanza di acquisire nuove competenze nel campo dell’energia sostenibile. Le opinioni degli intervistati mostrano chiaramente che, nonostante siano percepiti costi iniziali, c’è una fiducia nel valore a lungo termine di queste iniziative.
I dati rivelano quindi che gli intervistati mostrano una consapevolezza crescente delle opportunità di lavoro e investimento legate alla transizione energetica. Sia Azerbaigian che Kazakistan, pur affrontando sfide significative, hanno il potenziale per sviluppare settori di energia rinnovabile. L’analisi delle risposte mette in luce la necessità di interventi formativi mirati a facilitare lo sviluppo di competenze specifiche.
L’atteggiamento verso la transizione energetica
Il report evidenzia come in Azerbaigian il 55% degli intervistati considera la transizione energetica come un aspetto prioritario, mentre in Kazakistan la cifra scende al 39%. Questa differenza indica una diversa percezione delle problematiche ambientali e delle opportunità economiche nel settore energetico. Un ulteriore dato interessante emerge da un alto tasso di consapevolezza sulla transizione energetica, con il 96% degli azeri e il 93% dei kazaki che affermano di averne sentito parlare. Tuttavia, solo il 43% degli azeri e il 29% dei kazaki si dichiarano molto familiari con il tema, sottolineando la necessità di un aumento dell’informazione e della formazione in ambito energetico.
La ricerca fa emergere che, sebbene i costi iniziali della transizione possano sembrare elevati, un buon 31% degli azeri e il 57% dei kazaki credono che i benefici arriveranno nel lungo periodo. Questo è un dato che ricalca una visione comune anche in altri Paesi in fase di transizione.
La sfida delle competenze professionali
L’importanza della formazione e dello sviluppo delle competenze emerge come una priorità sia in Azerbaigian che in Kazakistan. Oltre l’80% degli intervistati ritiene necessario aggiornare le proprie competenze per adattarsi a un mercato del lavoro che si evolve. È particolarmente significativo notare che il 62% degli azeri e il 58% dei kazaki avvertono la necessità di migliorare le abilità legate alla risoluzione dei problemi.
Il focus sul pensiero critico in Kazakistan, dove il 68% degli intervistati lo considera una soft skill essenziale, si affianca alla richiesta di professionisti formati nel campo della transizione energetica, una necessità espressa dall’82% delle persone interrogate. Questi dati evidenziano come la riqualificazione della forza lavoro rappresenti una sfida cruciale, e illustrano come i due Paesi siano attualmente in fase di preparazione per questa transizione.
Impatto delle risorse naturali e delle infrastrutture
Azerbaigian e Kazakistan, ciascuno con le proprie specificità, affrontano la transizione energetica in modi distinti ma complementari. In Azerbaigian, crescente attenzione è dedicata alla diversificazione del mix energetico, con un focus particolare su fonti rinnovabili come solare ed eolico. D’altro canto, il Kazakistan, ricco di risorse naturali, sta concentrando i propri sforzi sull’analisi e valutazione dell’impatto ambientale delle sue attività energetiche.
La formazione continua in questi ambiti diventa non solo una necessità, ma anche un’opportunità per i due Paesi di modernizzarsi e rispondere a sfide planetarie come il riscaldamento globale. Entrambi i Paesi riconoscono la centralità della formazione professionale e delle competenze tecniche per gestire le sfide legate all’energia sostenibile, garantendo così un futuro più verde e resistente.
Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Laura Rossi