Nel 2024, la richiesta di lavoratori in Trentino ha toccato livelli record, con particolare riferimento al settore della ristorazione. La Camera di Commercio di Trento ha recentemente evidenziato che sono oltre 23.780 le posizioni vacanti, e la difficoltà di reperimento ha raggiunto percentuali elevate. Questo scenario mette in luce le sfide occupazionali che le imprese locali devono affrontare, evidenziando la disconnessione tra domanda e offerta di lavoro.
Aumento delle richieste lavorative nel 2024
Secondo l’indagine annuale del Progetto Excelsior, condotta da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l’Unione Europea, le aziende trentine hanno segnalato un fabbisogno occupazionale significativo nel corso del 2024. Le previsioni di assunzione indicano una crescita di 800 unità rispetto all’anno precedente, arrivando a un totale di 81.430 figure ricercate. Se confrontato con i dati pre-pandemici, l’incremento sfiora il 16%, segno di una ripresa tra le aziende dopo gli stravolgimenti degli ultimi anni.
Tuttavia, non tutte le statistiche sono positive. Le aziende segnalano che il 56,5% delle assunzioni previste è stato ostacolato dalla difficoltà di reperimento del personale, un dato che supera sensibilmente la media nazionale, fissata al 47,8%. Questo fenomeno rappresenta un aumento di oltre 30 punti percentuali rispetto al 2019, dimostrando una crescente crisi nel mercato del lavoro locale.
Le cause della difficoltà di reperimento
L’analisi dell’ente camerale ha identificato diverse ragioni alla base di questa difficoltà. In primo luogo, la “mancanza di candidati” è stata citata dal 40,2% delle imprese come la causa principale. Segue la “preparazione inadeguata” di molti aspiranti lavoratori, che ha inciso per il 12,1%.
Le difficoltà maggiori si sono verificate per le assunzioni nei settori più specializzati. Per esempio, le professioni legate agli operai specializzati hanno una percentuale di difficoltà di reperimento del 72,7%. Questo è accompagnato da un 65,7% per dirigenti e professioni a elevata specializzazione e un 61,3% per le professioni tecniche. Anche per i lavoratori non qualificati emerge una percentuale del 50%, e i conduttori di impianti hanno visto un tasso di difficoltà di reperimento del 52,2%. Una delle categorie con la maggiore richiesta rimane quella delle professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi, con 34.030 unità aperte, pari al 41,8% delle posizioni.
Contratti e requisiti nel mercato del lavoro
Esaminando i contratti offerti, emerge una predominanza dei contratti a tempo determinato, che costituiscono il 70,9% delle assunzioni totali, mentre solamente l’11,2% delle posizioni sono state attribuite a contratti a tempo indeterminato, in netto contrasto con la media nazionale del 18,6%. Questa situazione è strettamente legata alla stagionalità del turismo in Trentino, che influisce sulla durata e sulla tipologia di impieghi disponibili.
Un altro aspetto significativo è rappresentato dai requisiti richiesti per accedere alle posizioni. Il diploma professionale si conferma come il titolo di studio più ambito, richiesto dal 47,0% delle offerte. Seguono il diploma quinquennale, che si colloca al 20,1%, e la laurea, considerata necessaria per il 9,3% delle posizioni aperte.
La Camera di Commercio di Trento non ha nascosto le sue preoccupazioni. Andrea De Zordo, presidente dell’ente, ha sottolineato come la continua difficoltà di reperire manodopera stia creando sfide significative per le aziende, impattando negativamente sull’organizzazione del lavoro e sulla capacità produttiva del territorio. Questi aspetti evidenziano l’urgenza di trovare soluzioni adeguate per contrastare la carenza di personale e sostenere le imprese locali.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina