Negli ultimi sette giorni, l’emergenza legata al virus West Nile ha assunto contorni preoccupanti in Italia, con un significativo aumento dei casi di infezione. Il bollettino dell’Istituto superiore di sanità ha riportato un totale di 13 casi da inizio anno, tra cui il primo decesso attribuito a questa malattia. La maggior parte delle infezioni è stata registrata in EMILIA ROMAGNA, ma anche altre regioni sono state interessate. L’analisi dell’ISS evidenzia la necessità di un monitoraggio costante, non solo per garantire la salute pubblica, ma anche per informare la popolazione sui rischi associati a questo virus.
Aumento dei casi di infezione
Tra i 13 casi confermati di infezione da virus West Nile in Italia, si è registrato un incremento preoccupante, con sette nuove diagnosi solo nell’ultima settimana. Trentuno persone sono state positive al virus tra il 18 e il 24 luglio 2024, di cui sette hanno sviluppato forme neuroinvasive, tipicamente più gravi. Le regioni maggiormente colpite includono EMILIA ROMAGNA, FRIULI VENEZIA GIULIA e PUGLIA, mentre è stato segnalato anche un caso importato dagli Stati Uniti. Oltre a queste infezioni, sono stati identificati quattro casi asintomatici in donatori di sangue e due casi di febbre, anch’essi importati. L’unico decesso si è registrato a PORDENONE, dove una donna di 80 anni è deceduta senza aver recentemente viaggiato, rendendo il caso autoctono.
Virus West Nile: caratteristiche e modalità di trasmissione
Il virus West Nile è principalmente veicolato dalle zanzare del genere Culex, che si infettano pungendo uccelli infetti. Gli esseri umani e i cavalli fungono da ospiti occasionali e possono manifestare sintomi di malattia, mentre gli uccelli rappresentano il principale serbatoio del virus. La malattia può risultare spesso asintomatica o manifestarsi con sintomi lievi, come nausea, mal di testa, vomito e dolori muscolari. È fondamentale sottolineare che il virus non si trasmette da persona a persona, il che limita le vie di contagio. Tuttavia, in casi eccezionali, l’infezione può evolvere in forme più gravi, come l’encefalite, comportando rischi anche per la vita.
Sintomi e protocolli di trattamento
I sintomi dell’infezione da virus West Nile possono variare notevolmente, da infezioni asintomatiche a manifestazioni cliniche più severe. L’incubazione dell’infezione può durare dai 2 ai 21 giorni, e i pazienti con un sistema immunitario compromesso sono più predisposti a sviluppare forme più gravi. Nei casi più critici, quando l’infezione si aggrava, è necessario un ricovero ospedaliero per garantire le cure adeguate. Malgrado la gravità della malattia, attualmente non esiste una cura specifica per il virus. Coloro che guariscono possono sviluppare un’immunità a lungo termine, spesso a vita.
Situazione epidemiologica e necessità di monitoraggio
Il recente bollettino dell’ISS ha segnalato la circolazione del virus West Nile in sei regioni italiane e 17 province, evidenziando una criticità crescente in termini di salute pubblica. Con l’aumento dei casi e la continua presenza delle zanzare vettore, si rende necessaria una sorveglianza continua e attenta. Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, ha messo in guardia sulla necessità di comunicare i rischi in maniera chiara e corretta, senza allarmismi, per poter responsabilizzare il pubblico e promuovere pratiche preventive efficaci.
Prevenzione e strategie di difesa
Poiché non sono disponibili vaccini contro il virus West Nile, la chiave della prevenzione risiede nelle misure per evitare le punture di zanzare. L’utilizzo di repellenti cutanei, zanzariere e abbigliamento protettivo può contribuire a ridurre notevolmente il rischio di infezione. Inoltre, le autorità sanitarie stanno intensificando le attività di monitoraggio e controllo della situazione, invitando i cittadini a prendere precauzioni. È fondamentale che ogni individuo si adoperi nel proteggere se stesso e la comunità, contribuendo a contenere la diffusione del virus West Nile e a salvaguardare la salute pubblica.
Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2024 da Sara Gatti