Cresce la protesta contro l'abbattimento dei cinghiali a Spargi: l'animale in pericolo nel parco nazionale

Cresce la protesta contro l’abbattimento dei cinghiali a Spargi: l’animale in pericolo nel parco nazionale

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Cresce la protesta contro l'abbattimento dei cinghiali a Spargi: l'animale in pericolo nel parco nazionale - Gaeta.it

L’abbattimento dei cinghiali sull’isolotto di Spargi, situato nel prestigioso Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, ha sollevato un’ondata di proteste da parte delle associazioni animaliste. Questa misura, attuata a seguito di gravi incidenti che hanno coinvolto animali e turisti, ha ottenuto l’approvazione di un’ordinanza sindacale, generando un dibattito acceso tra sostenitori e oppositori delle operazioni di selezione degli animali.

Le conseguenze delle aggressioni

Episodi di aggressione al centro della polemica

Nell’estate corrente, il numero di attacchi da parte di cinghiali ha suscitato allarme tra i residenti e i visitatori dell’isola. L’episodio più recente ha visto coinvolto un bambino di 9 anni, vittima di un morso mentre si trovava in spiaggia. Dopo questo evento, il sindaco di La Maddalena ha ritenuto necessario intervenire, autorizzando l’ente parco a procedere con l’abbattimento degli animali, considerati ormai una minaccia per la sicurezza pubblica. Questo intervento non è stato visto come una misura preventiva da tutti, molti considerano la questione più complessa e radicata nel comportamento umano.

La gestione degli animali selvatici e il loro habitat

L’ecosistema dell’isolotto di Spargi presenta dinamiche complesse, dove la convivenza tra specie selvatiche e esseri umani è spesso problematica. I cinghiali, considerati un fenomeno da governare, hanno necessariamente dovuto adattarsi alla presenza umana, attirata dalle bellezze naturali del parco. Gli animalisti sottolineano che gli animali possono essere messi in pericolo anche dai comportamenti dell’uomo, come il disturbo e l’alimentazione involontaria, che contribuiscono a questi eventi spiacevoli.

La posizione delle associazioni animaliste

Lndc Animal Protection e la richiesta di annullamento

La Lndc Animal Protection ha aperto un fronte contro il provvedimento del sindaco, inviando una diffida formale con l’intento di fermare le operazioni di abbattimento. Piera Rosati, presidente dell’associazione, ha espresso il rifiuto a misure estreme che non risolvono le problematiche in gioco. Secondo Rosati, il ricorso alla violenza e a metodi drastici non dovrebbe essere una risposta consueta. Il legale Michele Pezone ha ulteriormente puntato il dito sull’assenza di criteri chiari riguardo alla selezione degli animali da abbattere, sollecitando un approccio più lungimirante e ponderato per risolvere il problema.

L’appello di Enpa

Anche l’Enpa si unisce al coro di dissenso contro gli abbattimenti, invitando il sindaco di La Maddalena a rivedere il proprio piano d’azione. L’associazione sostiene che gli animali non sono violenti di natura, ma piuttosto vittime di una situazione creata dall’incontro forzato con i turisti. L’Enpa sottolinea inoltre che l’uccisione dei cinghiali non è una soluzione praticabile a lungo termine. Secondo l’associazione, sarebbe preferibile adottare strategie di gestione sostenibile per garantire un equilibrio tra la fauna locale e il benessere degli esseri umani.

Proposte alternative alla soluzione cruento

Interventi di sostenibilità e educazione

Le associazioni animaliste propongono quindi misure pratiche e non cruente, come campagne di sensibilizzazione per i turisti, che promuovano comportamenti responsabili nei confronti della fauna locale. In particolare, l’educazione riguardo ai rischi associati all’interazione con animali selvatici e il divieto di dar loro cibo potrebbero risultare efficaci nel prevenire gli incidenti.

Gestione della popolazione di cinghiali

In aggiunta, viene suggerito l’impiego di metodi di controllo delle popolazioni di cinghiali attraverso la sterilizzazione e altre tecniche ecologiche. Queste soluzioni attuabili nel medio-lungo periodo potrebbero arricchire l’ecosistema e tutelare sia gli animali che la sicurezza dei visitatori. Le organizzazioni animaliste non escludono da nessun lato monitoraggi attenti e la collaborazione tra enti locali, esperti di fauna selvatica e volontari per gestire la situazione senza ricorrere all’abbattimento.

L’attuale situazione a Spargi rimane un tema caldo di discussione. Mentre il dibattito continua, è certo che il futuro dei cinghiali e la convivenza delle specie selvatiche con l’essere umano nell’arcipelago necessitano di una riflessione approfondita e soluzioni idee per tutti i soggetti coinvolti.

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