La vertenza dei lavoratori di Gesco a Napoli si intensifica, con forti manifestazioni in risposta alla decisione della direzione della Asl Napoli 1 Centro di sostituire 300 operatori sociali e assistenziali. Questi cambiamenti, che coinvolgono anche psicologi e assistenti sociali, sono entrati nel vivo dopo il rifiuto del direttore Ciro Verdoliva di discutere direttamente con i rappresentanti dei lavoratori. La situazione ha creato un clima di tensione nella città, dove i lavoratori si sono mobilitati per chiedere il rispetto dei propri diritti.
Il rifiuto del dialogo e le conseguenze
Questa mattina, alcuni lavoratori hanno abbandonato la sede della direzione generale della Asl, dove avevano trascorso la notte in attesa di un incontro con Verdoliva. Quest’ultimo ha giustificato il suo rifiuto affermando di aver già chiarito la sua posizione. La decisione della Asl di sostituire il personale attualmente impiegato in vari centri di assistenza, da quelli diurni a quelli residenziali, ha scatenato la rabbia dei sindacati e dei lavoratori stessi.
La Asl ha optato per un nuovo personale proveniente dalle graduatorie della Asl di Caserta e dell’Università Vanvitelli di Napoli, tagliando di fatto le collaborazioni che durano da anni e che si sono dimostrate fondamentali nel sostegno a persone malate, disabili, anziani e con dipendenze.
Il contratto di affidamento a Gesco è stato rescisso con un preavviso di soli 14 mesi. Questa scelta ha gettato nel caos l’organizzazione dei servizi e ha sollevato preoccupazioni sul futuro delle persone che dipendono da un’assistenza qualificata e personalizzata.
Le manifestazioni e il sostegno dei politici
Negli ultimi mesi, i lavoratori di Gesco hanno intrapreso una serie di manifestazioni in punti significativi della città. Da piazze emblematiche come il Maschio Angioino e le Poste Centrali, a zone strategiche come l’aeroporto e la stazione principale, i dipendenti hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro situazione. Martedì scorso, una manifestazione clou ha portato all’ottenimento del supporto unanime del Consiglio Regionale per mantenere il contratto con la Asl fino al 31 dicembre 2025.
Questo sostegno istituzionale sottolinea l’importanza del lavoro svolto dalla cooperativa Gesco nel contesto del servizio pubblico. I rappresentanti regionali hanno riconosciuto il contributo essenziale della cooperazione sociale, particolarmente nell’ambito dell’integrazione e dell’inclusione sociale.
In un gesto simbolico di protesta contro la decisione della Asl, i lavoratori hanno bruciato un plico di documenti che includeva l’Ordine del Giorno del Consiglio Regionale, una petizione firmata da 15mila cittadini e una lettera di sostegno da diverse organizzazioni sociali. Questo atto mira a richiamare l’attenzione sulle loro richieste e sul valore del servizio fornito fino ad oggi.
Una battaglia per la dignità e il rispetto
Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco, ha commentato le recenti decisioni, sostenendo che non si tratta solo di posti di lavoro, ma di un’interruzione di trent’anni di integrazione tra la cooperazione sociale e il servizio pubblico. D’Angelo ha sottolineato che il valore del lavoro sociale e l’apporto alla comunità non possono essere ridotti a mere statistiche o numeri da sostituire.
I lavoratori di Gesco non sono interessati a partecipare a nuovi concorsi, sottolineando che la loro esperienza sul campo e il legame con le persone assistite sono ciò che realmente li qualifica per il loro ruolo. Preparano già nuovi presidi e continuano a rinnovare appelli al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché prendano in considerazione le decisioni assunte dai consigli comunale e regionale.
La situazione attuale rappresenta una sfida significativa per il sistema sociale di Napoli e per coloro che necessitano di assistenza quotidiana, un aspetto che non può essere trascurato né banalizzato.
Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Sara Gatti