Cresce la tensione in Bangladesh: manifestazioni degli studenti contro il governo di Sheikh Hasina

Cresce la tensione in Bangladesh: manifestazioni degli studenti contro il governo di Sheikh Hasina

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Cresce la tensione in Bangladesh: manifestazioni degli studenti contro il governo di Sheikh Hasina - Gaeta.it

In Bangladesh, le manifestazioni studentesche contro la repressione governativa si intensificano, riflettendo un malcontento crescente nei confronti della premier Sheikh Hasina. Le violente proteste hanno causato gravi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con un bilancio tragico di almeno quaranta vittime in un solo giorno. La situazione continua a sfuggire di mano mentre il governo adotta misure severe per contenere il dissenso.

Il contesto delle proteste studentesche

Le recenti manifestazioni hanno origine in una lunga storia di discriminazione legata al sistema di quote per l’assegnazione di posti nei pubblici impieghi. Questo sistema, progettato per riservare il 30% delle posizioni ai familiari dei reduci della Guerra di indipendenza del 1971, è stato percepito come ingiusto e discriminatorio da molti studenti e giovani professionisti. La contestazione è degenerata in violenza a partire da luglio, quando gli studenti hanno iniziato a protestare in massa per chiedere un cambiamento.

Le manifestazioni hanno attirato l’attenzione sia a livello nazionale che internazionale, sottolineando il crescente discontento nei confronti di un governo considerato sempre più autoritario. Le richieste degli studenti non si limitano alla riforma del sistema di quote; chiedono anche le dimissioni della premier Sheikh Hasina, al potere da oltre un decennio e sempre più criticata per le sue politiche repressive e la gestione delle libertà civili.

Scontri violenti e repressione governativa

Domenica, la capitale Dacca ha visto un’ondata di violenza senza precedenti. Decine di migliaia di studenti si sono riversati nelle strade, bloccando importanti arterie e prendendo di mira le strutture governative, tra cui stazioni di polizia e uffici del partito di governo, la Lega popolare bengalese. Questo ha portato a scontri con attivisti filogovernativi e forze di polizia, causando almeno quaranta morti e centinaia di feriti.

La risposta del governo è stata rapida e severa. È stata imposta per la seconda volta un’interruzione dei servizi di Internet ad alta velocità, un tentativo di limitare la comunicazione e l’organizzazione tra i manifestanti. Inoltre, il governo ha dichiarato un coprifuoco a tempo indeterminato a partire dalle 18 ora locale e ha annunciato tre giorni di “vacanza generale”, chiudendo scuole e università per cercare di riportare l’ordine.

Questi eventi segnano un’escalation nelle tensioni tra il governo e il movimento studentesco, che fin dall’inizio ha denunciato un uso eccessivo della forza da parte delle autorità. Le manifestazioni sono state accompagnate da gravi violazioni dei diritti umani, con oltre diecimila arresti dall’inizio delle proteste.

La risposta del governo e le prospettive future

Malgrado le violenze e le repressioni, gli studenti continuano a far sentire la propria voce. La scorsa settimana, dopo che la Corte suprema ha eliminato la maggior parte delle quote di assunzione legate ai familiari dei reduci, le manifestazioni hanno assunto un carattere più ampio, coinvolgendo anche altri settori della popolazione. Ciò riflette una frustrazione generale nei confronti di un governo che molti percepiscono come oppressivo e insensibile ai bisogni della gente comune.

La premier Sheikh Hasina, da parte sua, continua a fronteggiare la situazione con una strategia di chiusura e repressione. Le autorità non sembrano intenzionate a cedere alle richieste dei manifestanti, il che potrebbe portare a un ulteriore deterioramento della situazione. Gli esperti avvertono che, se non verranno intraprese azioni tempestive per affrontare le preoccupazioni degli studenti e della popolazione, il clima di insoddisfazione potrebbe sfociare in conflitti ancora più gravi.

Le prossime settimane si preannunciano critiche per il Bangladesh; mentre il governo sembra pronta a mantenere la sua linea dura, i manifestanti promettono di continuare la loro lotta per una maggiore giustizia sociale e per i diritti civili.

Ultimo aggiornamento il 4 Agosto 2024 da Armando Proietti

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