Cresce l’ecoansia tra i giovani in Italia: uno su cinque teme il futuro climatico e la salute mentale

Cresce l’ecoansia tra i giovani in Italia: uno su cinque teme il futuro climatico e la salute mentale

L’indagine UNICEF Italia evidenzia come il cambiamento climatico minacci la salute fisica e mentale di milioni di giovani, con crescenti livelli di ecoansia e una crescente responsabilità verso pratiche sostenibili.
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L’articolo evidenzia l’impatto del cambiamento climatico sui giovani italiani, mostrando come eventi climatici estremi influenzino salute fisica e benessere psicologico, con crescente ecoansia e impegno verso pratiche sostenibili. - Gaeta.it

La Giornata Mondiale della Terra porta in luce un problema che riguarda da vicino milioni di giovani italiani e globali. L’UNICEF Italia, con un’indagine realizzata insieme a Youtrend, ha mostrato come quasi la metà dei bambini e adolescenti nel mondo viva sotto la minaccia di eventi climatici estremi. Questi cambiamenti non colpiscono solo il fisico, ma incidono pesantemente anche sull’equilibrio mentale delle nuove generazioni. L’indagine dà un quadro della percezione ambientale e delle difficoltà psicologiche dei giovani in Italia, offrendo numeri e testimonianze.

l’impatto del cambiamento climatico sui bambini sotto i cinque anni

La situazione climatica globale interviene in modo particolarmente duro sui più piccoli. Le malattie legate all’inquinamento, al degrado ambientale e agli eventi meteorologici estremi colpiscono quasi esclusivamente bambini sotto i cinque anni. UNICEF stima che circa il 90% del loro carico globale ricada proprio in questa fascia d’età. Le condizioni in cui vivono oltre un miliardo di bambini e adolescenti sono compromesse dalla fragilità ambientale creata dal riscaldamento globale. Non solo il corpo ma anche lo sviluppo può essere compromesso, con un impatto che si riflette nel benessere a lungo termine.

eventi climatici estremi e impatto sociale

Gli eventi climatici, come ondate di calore, inondazioni e tempeste, hanno intensità e frequenza aumentate rispetto a decenni fa. Questi fenomeni non solo mettono a rischio la salute fisica, ma aggravano anche la coesione sociale e le condizioni di vita nelle città e nelle aree vulnerabili. Uno scenario che vede protagonisti i più deboli, tra cui i bambini in situazioni fragili. Questo contesto rende necessario considerare non solo gli aspetti ambientali ma anche quelli umani legati al disagio psicologico e sociale.

ondate di calore e rischio psicologico nelle aree urbane

L’aumento della temperatura nelle città europee è un problema ormai consolidato. Si stima che 466 milioni di minorenni vivano in zone con frequenti ondate di calore eccezionali. Rispetto a sessant’anni fa, questi eventi sono raddoppiati in termini di giorni annuali. L’effetto dell’esposizione prolungata a temperature elevate si traduce non solo in problemi fisici, ma anche in un crescente disagio psicologico, soprattutto tra i più giovani. Le città, infatti, diventano luoghi dove la vulnerabilità alle condizioni estreme è quotidiana.

effetti emotivi e psicologici

Questo fenomeno si riflette anche nelle risposte emotive e psicologiche: la preoccupazione per i cambiamenti climatici si traduce spesso in ansia e stress che possono interferire sia con la vita familiare, sia con la scuola e le attività sociali. La dimensione mentale del problema è emersa anche attraverso il sondaggio promosso da UNICEF Italia e Youtrend. Oltre alle condizioni ambientali concrete, si registra un incremento di sentimenti di angoscia e incertezza legati al futuro e alla possibilità di affrontare le sfide ecologiche in atto.

risultati del sondaggio sull’ecoansia in Italia: numeri e comportamenti

Il sondaggio condotto da UNICEF e Youtrend ha coinvolto un campione rappresentativo di italiani e ha portato alla luce alcune cifre rilevanti riguardo all’ecoansia. Il 24% degli intervistati ha familiarità con il termine, mentre il 22% ha riconosciuto in sé un vissuto compatibile con questo sentimento, dopo averne compreso il significato. Inoltre, una quota piccola ma significativa ha riferito la presenza di sintomi fisici, come mal di testa o palpitazioni, legati a stati di ansia ambientale. I sintomi psicologici, come pensieri ossessivi, sono stati segnalati dal 9% con frequenza almeno settimanale.

preoccupazioni tra i giovani e impatto sulla vita familiare

Tra i giovani adulti con meno di 45 anni, il sondaggio ha evidenziato una preoccupazione molto concreta: il 32% teme che la crisi climatica possa diventare un ostacolo per decidere di avere figli. Nella percezione sul peso delle emergenze globali, i cambiamenti climatici si posizionano al quarto posto, dopo le guerre, la fame e l’aumento dei prezzi. La paura per gli effetti del riscaldamento si mescola con un senso di impotenza rispetto al destino collettivo dell’umanità.

responsabilità personale e pratiche sostenibili: quali scelte fanno gli italiani

Molte persone coinvolte nello studio si sentono direttamente responsabili rispetto al rispetto dell’ambiente. Il 68% dichiara di riconoscere questa responsabilità con forza, mentre il 61% si sente in ansia o a disagio quando non riesce a mantenere comportamenti sostenibili. Il sondaggio mostra anche l’adozione concreta di pratiche ecologiche: due terzi degli intervistati fanno una raccolta differenziata attenta, circa la metà riduce il consumo d’acqua, e il 40% controlla il consumo di energia. Meno diffusa, ma presente, è la riduzione del consumo di carne e la rinuncia a mezzi di trasporto impattanti come auto e aereo.

disponibilità al cambiamento

Una parte di chi non segue certe pratiche esprime però una disponibilità a farlo, almeno per azioni più semplici come la raccolta differenziata o il risparmio idrico. Questi dati fotografano un’Italia che è preoccupata, eppure cerca responsabilità e modi concreti per contribuire. Il rispetto dei diritti umani al momento interessa una minoranza, così come l’acquisto di abiti di seconda mano, ma comincia a entrare nel dibattito pubblico.

Le preoccupazioni sul clima e sui suoi effetti si incrociano con scelte personali e con un senso crescente di urgenza, che ora prende anche la forma di ansia diffusa tra i più giovani. Lo stato attuale non lascia indifferenti e chiede risposte a livello sociale e ambientale.

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