L’Italia celebra un’ulteriore espansione del patrimonio gastronomico nazionale con l’aggiornamento dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali , gestito dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Con l’aggiunta di 77 nuove specialità, il numero totale dei PAT arriva a 5.717, consolidando il valore di questi prodotti che rappresentano l’autenticità culinaria delle diverse regioni italiane. Questo aggiornamento sottolinea l’impegno del governo nel valorizzare e promuovere le eccellenze gastronomiche del Paese.
La definizione di prodotto agroalimentare tradizionale
I prodotti agroalimentari tradizionali sono definiti come quelli che rientrano nella tradizione culinaria italiana e che sono radicati nel territorio da almeno 25 anni. Questi alimenti spesso hanno una produzione limitata e quindi rappresentano piccole realtà locali, molte delle quali stanno cercando di affermarsi nel mercato nazionale e internazionale. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sono fondamentali nel segnalare questi prodotti, che vengono valutati e certificati per la loro tradizionalità. La lista dei PAT è un importante riconoscimento che contribuisce a preservare la biodiversità alimentare e a sostenere l’economia locale, rappresentando un patrimonio culturale da proteggere.
I numeri delle regioni italiane
Nel panorama dei prodotti agroalimentari tradizionali, la Campania si conferma la regione leader con 610 prodotti, registrando un incremento di 9 nuove specialità rispetto all’anno precedente. Segue il Lazio con 492 PAT che ha guadagnato 20 unità, e la Toscana che conta 468 prodotti, con un solo nuovo arrivo. Queste regioni non solo custodiscono una cucina ricca di storia, ma anche una varietà di tradizioni culinarie che riflettono la cultura locale e le risorse naturali del territorio.
Le nuove specialità del 2025
Tra i 77 nuovi prodotti entrati nell’elenco quest’anno si trovano vere e proprie chicche gastronomiche. In Basilicata, il Cece di Tricarico si afferma come legume simbolo della tradizione contadina, mentre in Campania il Cavatiello di Palomonte rappresenta un’interpretazione locale della pasta. L’Emilia Romagna arricchisce il panorama con la Goletta stagionata, un formaggio che si distingue per il suo sapore unico. Anche il Lazio contribuisce con la Salsiccia matta, mentre Lombardia e Marche si fanno notare rispettivamente con l’Oca di Lomellina e la Crescia sfogliata di Urbino. Altre specialità degne di nota includono il Cappone di Racconigi in Piemonte, la Mostarda di uva di Troia in Puglia e gli Spaghetti di Lari in Toscana, concludendo con il tradizionale Bigoli in salsa dal Veneto.
Importanza socio-economica dei PAT
Il riconoscimento dei prodotti agroalimentari tradizionali non è solo una questione di identità culturale, ma ha anche un impatto significativo sull’economia locale. Questi prodotti, spesso frutto di metodi di produzione artigianali e di materie prime di qualità, attraggono l’interesse dei consumatori che cercano autenticità e sostenibilità. La promozione dei PAT contribuisce quindi a mantenere vive le tradizioni agricole e gastronomiche, fornendo spesso opportunità di lavoro nelle comunità locali e aumentando la consapevolezza sulla cultura alimentare italiana.
L’aggiornamento dell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali non solo celebra la diversità culinaria del Paese, ma sottolinea anche l’importanza della tutela e della valorizzazione di queste realtà locali.