Il Vinitaly 2025 si è concluso con numeri sorprendenti che evidenziano un crescente interesse per il vino italiano, nonostante le difficoltà legate ai dazi americani. La fiera di Verona ha accolto oltre 97mila visitatori, di cui un terzo giunti dall’estero. Questo evento non solo celebra la qualità dei vini italiani, ma rappresenta anche una piattaforma importante per il settore, nonostante le incertezze economiche globali.
L’influenza degli Stati Uniti sul mercato vitivinicolo italiano
Un dato notevole emerso durante Vinitaly è rappresentato dalla presenza di oltre 3mila compratori americani, che hanno registrato un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Questo segnale di fiducia testimonia come il vino italiano continui a mantenere una forte attrattiva, anche in tempi di sfide commerciali. Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, ha annunciato il ritorno del salone a Chicago previsto per ottobre, riflettendo un impegno a coltivare forti relazioni con il mercato statunitense. Accanto agli Stati Uniti, si è riscontrato un incremento di partecipanti provenienti da Regno Unito, Francia e Giappone, tutti mercati cruciali per i vini italiani. Tra le novità rilevanti si segnala anche l’emergere di vini a bassa gradazione alcolica e un ringiovanimento dell’enoturismo, elementi che si allineano con le nuove tendenze dei consumatori.
Nuove misure per combattere la contraffazione nel settore alimentare
Il contesto giuridico italiano si sta evolvendo con l’annuncio del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, riguardo a un disegno di legge mirato a combattere la contraffazione alimentare. Questo disegno prevede l’introduzione di tre nuove tipologie di reato, tra cui la frode alimentare e l’agropirateria. Le sanzioni proposte saranno più severe e verteranno sul fatturato delle imprese coinvolte nel commercio di alimenti con sigilli mendaci. Queste misure rappresentano una necessità , secondo il ministro, per tutelare e valorizzare la produzione nazionale, un passo fondamentale in un periodo in cui l’integrità del Made in Italy è sotto pressione.
Le sfide economiche e le strategie del settore vitivinicolo
Il Vinitaly ha mostrato un volto realistico del mercato. Gli operatori americani, pur mostrando interesse, stanno avviando negoziati con le cantine per trovare soluzioni che possano mitigare gli effetti dei dazi. Si stima che i dazi del 20% possano rendere anche i vini più popolari inaccessibili per il consumatore medio. Tuttavia, le aspettative per il futuro rimangono fiduciose grazie alla determinazione dei giovani imprenditori. Attualmente, ci sono circa 5.500 under 35 impegnati nel settore vitivinicolo, molti dei quali con un forte focus sull’export e pratiche sostenibili.
La risposta europea e le preoccupazioni per la competizione globale
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha espresso preoccupazione riguardo all’emergenza che il settore agricolo sta affrontando. La richiesta di flessibilità e deroghe è più che mai attuale. Giansanti ha sottolineato la necessità di una risposta rapida e coordinata a livello europeo per proteggere un settore agroalimentare che genera un export di 7,3 miliardi di dollari verso gli Stati Uniti. Ha avvertito che i nuovi dazi potrebbero avere un impatto devastante, superando anche quello della pandemia. Inoltre, ha messo in guardia sull’eventualità che altri Paesi, come Turchia, Argentina e Cile, possano sfruttare queste tensioni per strappare quote di mercato ai produttori italiani, un rischio da tenere in considerazione per chi opera nel comparto vitivinicolo.