L’industria degli agrofarmaci sta attraversando una svolta significativa: nonostante la diminuzione generale delle vendite, si registra un notevole aumento dei principi attivi biologici. Questo cambiamento è alimentato dalla crescente domanda di pratiche agricole sostenibili, un tema che ha acquisito sempre più rilevanza negli ultimi anni. Il rapporto presentato dall’Osservatorio Agrofarma a Roma, con una dettagliata analisi delle vendite di questi prodotti, ha messo in evidenza come il mercato stia rispondendo a nuove necessità ambientali.
La trasformazione del mercato degli agrofarmaci
Nel panorama attuale, il mercato degli agrofarmaci mostra segni di contrazione. Secondo Enrica Gentile, CEO e fondatrice di Areté srl, società di ricerca indipendente, i volumi di prodotti venduti stanno diminuendo. Tuttavia, nel contesto di questa riduzione, i principi attivi biologici sono in forte crescita, segnalando un cambiamento nelle preferenze degli agricoltori e delle aziende agricole. Questo passaggio verso una maggiore sostenibilità è essenziale per ridurre l’impatto ambientale del settore agricolo.
I dati parlano chiaro: nell’ultimo decennio i principi attivi biologici hanno raddoppiato le vendite, segnalando un interesse crescente per soluzioni meno invasive e più rispettose dell’ecosistema. La contrazione è evidente nelle grandi colture tradizionali italiane, come il mais, che ha subito un calo significativo del 32% negli ultimi anni. Tale diminuzione è in parte attribuibile a condizioni climatiche sfavorevoli e alla concorrenza di colture alternative, come la soia.
Le nuove opportunità per le coltivazioni
In questo contesto di cambiamento, emergono anche nuove opportunità per alcune colture. Ad esempio, il nocciolo sta registrando un’espansione della superficie coltivata, attratto da investimenti di aziende del settore primario. Questa crescita è da monitorare con attenzione, poiché molte delle superfici recentemente dedicate a questa coltura non sono ancora in piena produzione.
Tuttavia, sono previsti dei tempi di attesa prima che queste nuove aree possano produrre rese significative. Salta agli occhi l’importanza di pianificare adeguatamente le coltivazioni e investire in tecnologie agronomiche capaci di rispondere ai cambiamenti climatici e alle varie problematiche legate al mercato.
L’impatto climatico sulle tecniche agronomiche
Un altro aspetto cruciale riguarda le condizioni meteorologiche, che hanno mostrato importanti variazioni nel corso degli anni. Il riscaldamento globale ha portato a temperature più elevate e a un incremento dei giorni caldi, che hanno superato la media storica nell’ultimo trentennio. Questo scenario rende necessarie ulteriori modifiche nelle strategie di coltivazione.
La variabilità delle precipitazioni incide significativamente sull’agricoltura: si alternano annate molto siccitose a periodi di precipitazioni abbondanti. Questa alternanza influisce sulle pratiche agronomiche e sulle tecniche di difesa delle colture. È fondamentale quindi che gli agricoltori siano attrezzati per affrontare queste sfide, utilizzando nuove metodologie e risorse efficaci per garantire una produzione sostenibile.
La crescita dei principi attivi biologici rappresenta una risposta diretta a queste sfide ambientali e climatiche. La strada verso un’agricoltura più sostenibile è tracciata, ma richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti del settore.
Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 da Elisabetta Cina