La popolazione di lupi in Europa è in costante aumento, una realtà che emerge chiaramente dai recenti studi condotti su un campione di 34 paesi. Attualmente, i lupi hanno visto un incremento che li ha portati a un totale di circa 21.500 esemplari nel 2022, rispetto ai 12.000 di dieci anni fa. Grazie alle politiche di conservazione e a progetti di recupero, questo predatore sta riconquistando spazi nel continente. L’analisi è stata pubblicata sulla rivista PLOS Sustainability and Transformation e condotta da un team di ricerca internazionale guidato da Cecilia Di Bernardi, dell’Università svedese di scienze agrarie, e coordinato da Luigi Boitani della Sapienza di Roma.
La coesistenza con l’ambiente e le persone
Il lupo, in questo nuovo scenario europeo, ha la responsabilità di condividere gli ecosistemi con milioni di ungulati e una popolazione umana consistenti. Secondo lo studio, nell’Unione Europea convivono attualmente circa 279 milioni di capi di bestiame e 449 milioni di persone, che interagiscono con la fauna selvatica. L’aumento della popolazione di lupi è significativo, poiché si trova in quasi tutti i paesi europei, tranne nelle piccole nazioni continentali. Alcuni stati, tra cui Bulgaria, Grecia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Romania, hanno registrato oltre 1.000 esemplari ciascuno. D’altra parte, ci sono paesi come Austria, Belgio e Danimarca, dove la popolazione si mantiene sotto i 100 esemplari. Gli unici microstati senza lupi sono Monaco, San Marino e Vaticano, dimostrando quanto sia varia la distribuzione di questa specie nel continente.
Andamento della popolazione di lupi: un quadro più ampio
Dallo studio emerge che in Germania, la presenza dei lupi ha visto un notevole sviluppo, passando da un solo branco nel 2000 a ben 184 branchi nel 2022. In generale, la crescita si osserva in 19 paesi, tra cui Finlandia, Francia e Polonia. Alcuni stati, come Albania e Croazia, mostrano una stabilità numerica, mentre in altri, come Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, si registrano diminuzioni. La situazione del lupo in Kosovo è ancora poco chiara. Questo quadro complesso mette in evidenza le diverse sfide e opportunità che ogni nazione affronta nella gestione e nella conservazione della specie.
Le questioni legate ai danni e i risarcimenti
Non manca, però, la discussione sui danni arrecati dai lupi agli allevamenti. Le perdite che gli agricoltori subiscono richiedono risarcimenti significativi, costando all’Unione Europea circa 17 milioni di euro all’anno. La stima indica che ogni anno i lupi uccidono circa 56 milioni di animali domestici, una cifra ponderata rispetto a una base di 279 milioni di capi di bestiame. Anche se il rischio di attacco è contenuto, con solo uno 0,02% di probabilità , gli allevatori si trovano comunque a dover affrontare questo problema. Gli attacchi ai residenti umani, invece, sono molto rari e, in alcuni casi segnalati, sono stati attribuiti a cani domestici o ibridi.
I benefici economici e ecologici della presenza dei lupi
Sebbene ci siano preoccupazioni legittime riguardo ai danni agli allevamenti, la riscoperta del lupo offre vantaggi significativi. Tra i benefici, vi è il potenziale di controllo delle popolazioni di cervi selvatici, il che potrebbe contribuire a ridurre i danni alle piantagioni forestali. Secondo lo studio, il recupero della specie è il risultato di dinamiche socio-economiche affermate nel tempo, come il rimboschimento e una gestione più sostenibile degli ungulati. L’opinione favorevole della popolazione contribuisce, infine, a creare un ambiente propizio per questa specie. La ricerca conclude che il ritorno del lupo in Europa dimostra come sia possibile una coesistenza tra animali selvatici e aree ad alta densità umana.