Crescita delle retribuzioni italiane: dati 2024 svelano un lento recupero del potere d'acquisto

Crescita delle retribuzioni italiane: dati 2024 svelano un lento recupero del potere d’acquisto

In Italia, nonostante una leggera ripresa delle retribuzioni e il taglio del cuneo contributivo, il potere d’acquisto rimane inferiore del 7,9% rispetto al 2019, evidenziando sfide persistenti nel mercato del lavoro.
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Crescita delle retribuzioni italiane: dati 2024 svelano un lento recupero del potere d'acquisto - Gaeta.it

Con la discesa dell’inflazione e la rinegoziazione di svariati contratti collettivi, il valore reale delle retribuzioni in Italia ha iniziato a mostrare segni di ripresa. Tuttavia, il cammino da percorrere è ancora lungo. Le statistiche indicano che nell’aprile 2024, il potere d’acquisto è inferiore del 7,9% rispetto al 2019, l’anno antecedente alla pandemia di Covid-19. Diverse indagini condotte dall’OCSE confermano la significativa erosione del potere d’acquisto, evidenziando una diminuzione del 6,9% dei salari reali italiani, confrontando i dati del primo trimestre 2024 con quelli del quarto trimestre 2019. Questa situazione riflette anche una crescente distanza rispetto ai salari medi degli altri paesi sviluppati.

Analisi della dinamica salariale in Italia

Secondo il rapporto annuale dell’INAPP, l’andamento dei salari nominali ha mostrato una crescita piuttosto debole se paragonato all’andamento dei prezzi nel panorama economico attuale. La situazione varia significativamente tra i vari settori che compongono il tessuto produttivo italiano. Le attività bancarie e assicurative, insieme al settore manifatturiero, hanno registrato un miglior rendimento rispetto ad altri settori come il commercio, la ristorazione e le comunicazioni, i quali continuano a esercitare una maggiore pressione sui lavoratori.

I contratti collettivi previsti per il recupero dell’inflazione sono stati implementati con ritardi, aggiungendo un ulteriore ostacolo alla crescita salariale. La crisi pandemica ha avuto un impatto variabile, creando un gap tra i settori che sono riusciti a riprendersi rapidamente e quelli che continuano a faticare. Per esempio, il commercio e il settore alberghiero hanno sofferto in modo particolarmente intenso, ostacolati da fattori esterni come le restrizioni impostate durante l’epidemia e le frenetiche variazioni della domanda.

Impatti del taglio del cuneo contributivo sulle retribuzioni

Un aspetto fondamentale da considerare è il taglio del cuneo contributivo, introdotto dalle leggi di bilancio negli ultimi tre anni. Nel 2024, le retribuzioni effettive sono state leggermente superiori rispetto a quelle contrattuali, grazie a un incremento stimato di 3-4 punti percentuali sui salari netti. Questo vantaggio è stato particolarmente pronunciato per i salari più bassi, rendendo la misura di sostegno cruciale per una certa parte della forza lavoro.

Le modifiche al cuneo contributivo prevedono una riduzione del 7% per i salari fino a 25.000 euro e una diminuzione del 6% per quelli fino a 35.000 euro, misure che sono state prorogate anche per il 2025. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, il mercato del lavoro continua a mostrare una certa precarietà, con una significativa presenza di contratti atipici e lavori parasubordinati che limitano la stabilità e la protezione dei lavoratori, specialmente nei settori dei servizi.

Il ruolo della produttività nelle retribuzioni

Le dinamiche salariali sono chiaramente influenzate dalla produttività, che ha registrato un calo del 2,5% nel 2023, come rilevato dall’ISTAT. Questa diminuzione segue un periodo di crescita lenta ma costante, segnato da un incremento mediocre della produttività lavorativa e dalla crescita delle ore lavorate, senza un corrispondente aumento del valore aggiunto. La flessione riguarda quasi tutti i settori, dall’industria ai servizi, ed evidenzia un’assenza di investimenti nei comparti a forte occupazione.

Parallelamente, anche la produttività del capitale ha subito una contrazione dello 0,9%, contribuendo ulteriormente alla stagnazione economica. La riduzione della produttività totale dei fattori , che rispecchia il progresso tecnico e l’efficienza produttiva, rivela come questo aspetto sia cruciale nel determinare la crescita economica complessiva.

Le recenti statistiche e rapporti sul mercato del lavoro italiano indicano una sfida complessa, con segnali di miglioramento nel contesto delle retribuzioni, ma con un panorama che richiede attenzione e interventi mirati per garantire un recupero sostenibile nel lungo termine.

Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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