Nel 2024, il numero degli iscritti alla Cgil ha raggiunto un totale di 5.172.844, presentando un incremento di 22.959 tesserati, ovvero un aumento dello 0,45% rispetto all’anno precedente. Questi dati dimostrano una crescita continua nel sindacato italiano, evidenziando un’inversione di tendenza rispetto ai dati del passato. L’aumento degli attivi, in particolare, gioca un ruolo chiave nell’analisi delle dinamiche sindacali e della rappresentanza all’interno del mondo del lavoro.
Aumento degli attivi e diminuzione dei pensionati
Le informazioni relative agli attivi presentano un quadro interessante: nel 2024 gli attivi sono aumentati di 71.019 unità , raggiungendo un totale di 2.753.824, un aumento del 2,65% rispetto al 2023. Appare peculiare che, mentre il numero degli attivi continua a crescere, il segmento dei pensionati ha mostrato un calo di 48.060 unità , portandosi a un totale di 2.419.020. Questo rappresenta una diminuzione del 1,95% rispetto all’anno precedente, quando il numero di pensionati si attestava a 2.467.080. Di conseguenza, il rapporto tra attivi e pensionati ha visto il 2024 registrare una percentuale di attivi pari al 53,2%, in crescita rispetto al 52,1% del 2023.
L’incremento degli attivi può essere attribuito in parte all’afflusso di giovani. La fascia d’età fino a 35 anni ha visto un aumento significativo, con 24.720 nuovi iscritti, portando il totale a 438.409, pari a una crescita del 5,98%. Questo dato indica un rinnovato interesse tra i giovani nel coinvolgersi attivamente nella vita sindacale, rispondendo a necessità e auspicando miglioramenti nelle condizioni lavorative.
Distribuzione geografica e composizione di genere
La distribuzione degli iscritti alla Cgil varia notevolmente a seconda delle aree geografiche. Nel nord-est si concentra il 27,3% dei tesserati, seguito dal nord-ovest con il 26%, mentre il Centro d’Italia conta il 24,5% degli iscritti. Le regioni meridionali e le Isole rappresentano il 22,2%. Questi dati riflettono le diversità economiche e sociali all’interno del paese, influenzate da fattori come occupazione e accesso ai servizi.
In termini di composizione di genere, il sindacato mostra una proporzione quasi equilibrata, con uomini che rappresentano il 50,6% e donne il 49,4% dei membri. Questo equilibrio è significativo nel contesto attuale, in quanto evidenzia un’inclusione crescente delle donne nel sindacato, contribuendo così a una rappresentanza più equa delle diverse realtà lavorative e sociali.
Settori produttivi e lavoratori stranieri
L’analisi dei settori produttivi in cui sono concentrati gli iscritti racconta molto sulla natura del mondo del lavoro italiano. Gli iscritti al sindacato operano principalmente nei settori del terziario e delle reti, che rappresentano il 34,2% del totale. Il 28,3% è impegnato nell’industria e nelle costruzioni, mentre il 23% è attivo nei settori pubblici. Gli altri comparti, come l’agroalimentare, ricoprono il 9,3%, seguiti da un 5,2% di altre categorie.
In aggiunta, spicca l’aumento degli iscritti di nazionalità estera, che ha raggiunto un totale di 494.587, con un incremento di 8.195 unità , pari all’1,68% in più rispetto all’anno precedente. Di questi, il 4,1% proviene da paesi dell’Unione Europea, mentre il 13,9% è composto da lavoratori extra Ue. Tra i paesi di origine più rappresentativi emergono Romania con il 13,99%, Albania con il 9,82% e Marocco con il 9,03%. Questo fenomeno riflette le dinamiche migratorie e l’importanza della diversità nel mercato del lavoro, nonché l’attenzione del sindacato verso le esigenze di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro origine.
I dati attuali sulla Cgil evidenziano interazioni complesse tra attivi, pensionati, composizione di genere e presenza di lavoratori stranieri. Questa articolazione rivela non solo la crescita del sindacato, ma anche le sfide e le opportunità che si presentano in un contesto lavorativo in continua evoluzione.