La situazione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si complica ulteriormente, con un focus particolare sul settore agroalimentare. In un contesto di accese polemiche, l’amministrazione Trump ha sollevato forti critiche nei confronti delle normative europee, toccando argomenti sensibili come il Green Deal, la gestione della plastica, gli organismi geneticamente modificati e la protezione dei dati. Secondo un rapporto di 400 pagine, pubblicato da Il Sole 24 Ore, 33 di queste sono dedicate all’Unione Europea, rivelando una crescente frustrazione di Washington nei confronti delle regolamentazioni che considera eccessive e punitive per gli export americani, soprattutto nelle filiere agricole.
Le critiche americane alle normative europee
Nel rapporto, gli Stati Uniti contestano alcune delle principali politiche europee in materia di sostenibilità e salute pubblica. Tra le misure contestate figurano le norme sugli imballaggi, i regolamenti concernenti le filiere prive di deforestazione e i requisiti stabiliti dal GDPR e dell’Ai Act, che definiscono le regole per l’uso dell’intelligenza artificiale nel commercio. Le critiche americane evidenziano anche le discrepanze nell’applicazione delle regole doganali tra i vari Stati membri dell’Unione, insieme alla percezione di una burocrazia lenta e poco reattiva. Questi fattori contribuiscono a un clima di crescente tensione, che potrebbe avere ripercussioni significative sulle esportazioni statunitensi in Europa.
Vinitaly 2025: tra speranze e preoccupazioni
A Verona, l’apertura del Vinitaly, uno dei principali eventi vinicoli internazionali, avviene in un clima di ansia e incertezza. Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, il settore vinicolo italiano sta cercando di organizzarsi per affrontare l’aumento dei dazi imposto dagli Stati Uniti. Lo slogan “Keep calm” riflette lo sforzo di trovare soluzioni condivise per mitigare l’impatto economico di queste tariffe, specialmente nel mercato statunitense, considerato cruciale per la vendita di vini italiani di alta qualità.
Le aziende vinicole, grandi e piccole, si stanno preparando a cercare accordi con gli importatori americani per distribuire il peso delle nuove tariffe. Marchesi Antinori e Frescobaldi, ad esempio, si dicono disponibili a considerare compromessi che possano garantire la loro competitività senza impoverire il mercato. Tuttavia, i piccoli produttori, privi di marchi famosi, potrebbero affrontare maggiori difficoltà nel fronteggiare l’impatto dei dazi. Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, ha invitato a mantenere la calma, mentre la premier Giorgia Meloni e il ministro Francesco Lollobrigida hanno sottolineato la necessità di affrontare la situazione con serenità e senza lanciarsi in allarmismi ingiustificati.
Le preoccupazioni degli operatori
Tra i corridoi di Vinitaly si respira un clima di apprensione, come dimostrato da un articolo de La Repubblica. È stato coniato il termine “amara Trumpiano” per descrivere l’impatto previsto delle nuove tasse sul settore vinicolo. I buyer americani si mostrano cauti, riflettendo i timori di un aumento dei costi che potrebbe riflettersi sui consumatori finali, con possibili effetti negativi sulla domanda di vini italiani. Antonio Rallo di Donnafugata ha messo in guardia su come anche un modesto rincaro possa spingere i consumatori a riconsiderare i loro acquisti.
Tuttavia, la questione non riguarda solo l’Italia. Al di fuori delle frontiere italiane, Giancarlo Guidolin del consorzio Prosecco Doc ha evidenziato la necessità di redistribuire i costi lungo l’intera filiera per mantenere la competitività a livello europeo. Questo suggerisce che una strategia collettiva potrebbe essere fondamentale per affrontare l’emergente sfida dei dazi imposti.
Le dichiarazioni del governo italiano
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato che il governo non intende abbandonare il mercato americano. Ha rassicurato gli imprenditori dicendo che gli effetti dei dazi potrebbero essere gestibili nel prezzo finale del prodotto. Questo intervento si inserisce nella strategia più ampia del governo Meloni di cercare nuove opportunità di mercato, evitando un’allerta eccessiva riguardo ai rapporti con gli Stati Uniti.
Il ministro ha anche proposto di rivedere alcune regole europee, in particolare quelle relative alla Politica Agricola Comune , per migliorare il sostegno alle aziende e semplificare le pratiche burocratiche. Infine, ha messo in evidenza l’importanza del vino come simbolo della cultura e del benessere italiano, sostenendo la correlazione tra la dieta mediterranea e una vita più lunga rispetto agli americani.
La situazione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea continua a evolvere rapidamente, con i produttori italiani che affrontano sfide significative in un ambiente di crescente incertezza.