Crisi al Marelli di Sulmona: Sciopero dei lavoratori del servizio pulizie e tensione crescente

Crisi al Marelli di Sulmona: Sciopero dei lavoratori del servizio pulizie e tensione crescente

I dipendenti del servizio di pulizia della Marelli di Sulmona proclamano tre giorni di sciopero per protestare contro la crisi nel settore automotive e le precarie condizioni lavorative.
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Crisi al Marelli di Sulmona: Sciopero dei lavoratori del servizio pulizie e tensione crescente - Gaeta.it

La situazione al sito Marelli di Sulmona è diventata critica per i dipendenti del servizio di pulizia, che hanno proclamato tre giorni di sciopero in risposta a una continua crisi nel settore automotive. La mancanza di un accordo ha spinto i lavoratori a incrociare le braccia, dando vita a una mobilitazione che culminerà con un presidio previsto per domani, mercoledì 26 marzo, e che coinvolgerà anche gli altri dipendenti della fabbrica.

La vertenza irrisolta e la mobilitazione dei lavoratori

Il conflitto tra i lavoratori delle pulizie e la direzione del Marelli ha radici profonde. La vertenza, al momento irrisolta, ha portato i 24 addetti al servizio di pulizia a prendere la decisione di fermarsi per tre giorni, chiedendo attenzione sulla loro difficile condizione lavorativa. Domani, alle 10, si svolgerà un presidio davanti ai cancelli della fabbrica, attivando una protesta che coinvolgerà anche i 444 dipendenti dello stabilimento.

L’intensificazione della mobilitazione è alimentata dall’incertezza che circonda il futuro del lavoro all’interno della fabbrica, che sta affrontando gravi difficoltà a causa della crisi nel settore automotive. L’industria sta attraversando un periodo di transizione, e i timori riguardo alla stabilità dell’occupazione stanno crescendo tra tutti i lavoratori.

Dettagli sulla crisi occupazionale e sulle condizioni di lavoro

Le condizioni attuali dei lavoratori di Marelli sono state amplificate da un recente cambio di appalto avvenuto tra il 2024 e il 2025, portato avanti dalla ditta Albasan. Questa transizione ha imposto un aumento della percentuale di cassa integrazione applicata ai lavoratori, passando ad un livello del 70%, nonostante l’intesa iniziale prevedesse solo un 50%. Inoltre, molti dei dipendenti si ritrovano con contratti a chiamata, un evidente segnale di precarietà e instabilità.

Sorge quindi la necessità di un tavolo di discussione con la Regione, richiesto dalle organizzazioni sindacali. Andrea Frasca, sindacalista della Cgil, ha dichiarato che la situazione è molto delicata e che l’approccio della protesta si è reso necessario per mettere in luce le problematiche vissute dai lavoratori. La liquidazione della cassa integrazione da parte dell’INPS è ancora un tema aperto e di grande preoccupazione per i dipendenti, che continuano a vivere questa situazione di incertezza.

Il futuro dell’occupazione in Marelli e la necessità di ripristinare il dialogo

La vertenza in corso evidenzia la necessità di ristabilire un dialogo costruttivo tra i rappresentanti dei lavoratori, l’azienda e le istituzioni locali. La situazione attuale non è sostenibile e mette a rischio il futuro dell’occupazione a Marelli, un polo industriale centrale per l’economia locale. In questo contesto, la mobilitazione degli operai, sia del servizio di pulizia che degli altri reparti, rappresenta un passo fondamentale per rivendicare diritti e dignità lavorativa.

La crisi che attraversa il settore automotive impone scelte e interventi urgenti, non solo per garantire i livelli occupazionali, ma anche per tutelare il benessere dei lavoratori, che si trovano a fronteggiare una realtà complessa e sfidante. Le prossime ore saranno decisive per comprendere l’evoluzione di questa vertenza e il possibile ripristino di un clima di dialogo fra le parti coinvolte.

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