Le recenti dinamiche all’interno di STMicroelectronics, colosso della tecnologia franco-italiano, stanno sollevando un acceso dibattito. Il ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha manifestato una crescente insoddisfazione nei confronti della gestione attuale, in particolare nei riguardi dell’amministratore delegato Jean-Marc Chery. Le polemiche non si limitano a critiche, ma si accompagnano a richieste di rinnovamento, con l’Italia che sembra pronta a chiedere un cambio ai vertici della società .
La gestione di Jean-Marc Chery sotto esame
Il capitolo che riguarda la dirigenza di Jean-Marc Chery è caratterizzato da un clima di tensione. Secondo fonti del ministero dell’Economia e delle Finanze, la preoccupazione non nasce dall’origine francese del CEO, ma da una percezione di inadeguatezza nella sua gestione. Diverse operazioni condotte sotto la sua guida sono state etichettate come non solo inadeguate, ma addirittura sconsiderate. Ciò ha spinto Roma a esprimere il desiderio di un forte cambiamento, evidenziando come le politiche adottate da Chery possano mettere a rischio la competitività dell’azienda a livello internazionale.
Chery, in carica dal 2018, ha gestito diversi progetti di sviluppo tecnologico, tra cui quelli legati ai semiconduttori, un settore chiave per l’industria moderna. Tuttavia, il ministero ha messo in discussione se queste scelte abbiano veramente risposto alle esigenze di crescita della joint venture italo-francese. Le critiche, dunque, si concentrano sull’approccio di Chery, considerato troppo orientato verso il mercato francese, con un potenziale impatto negativo sugli interessi italiani.
L’Italia non può agire da sola
Mentre Roma spinge per un cambiamento alla guida, la realtà geopolitica e societaria di STMicroelectronics complica la situazione. La holding di controllo è suddivisa equamente tra le parti francesi e italiane, impedendo all’Italia di procedere autonomamente. Questa struttura di governance implica che qualsiasi decisione significativa riguardante la leadership debba coinvolgere anche i partner transalpini. La necessità di trovare un consenso è fondamentale, ed è probabile che saranno necessarie trattative lunghe e delicate.
Il governo italiano, riconoscendo l’importanza strategica di STMicroelectronics per l’industria europea, sta cercando di ottenere il sostegno della parte francese. La collaborazione è vista come essenziale per garantire un futuro prospero per l’azienda, ma l’attuale insoddisfazione genera interrogativi sulla possibilità di raggiungere un accordo soddisfacente.
Le reazioni in Francia
Le notizie di questa forte pressione da parte dell’Italia hanno sollevato un’attenzione significativa anche in Francia. Il quotidiano Les Echos ha riportato come la situazione possa rivelarsi complessa, dato che nel paese d’origine di Chery ci sia un forte interesse per il mantenimento della leadership attuale. Accuse di favoritismi nei confronti della Francia potrebbero complicare ulteriormente i rapporti tra i due stati partner.
Il dibattito si allarga, mostrando il delicato equilibrio tra le politiche industriali nazionali e le necessità di un gigante globale come STMicroelectronics. I decision makers francesi dovranno confrontarsi con la realtà che un eventuale cambiamento alla guida potrebbe non solo influenzare le operazioni aziendali ma anche le relazioni diplomatiche tra due nazioni storicamente interconnesse.
La questione rimane aperta e le prossime mosse da parte del governo italiano potrebbero avere un impatto significativo sulle strategie di STMicroelectronics. Il futuro dell’azienda è ora appeso a un delicato bilanciamento di poteri e interessi nazionali.