Crisi climatica: il settore agricolo italiano perde valore e si prepara al cambiamento

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Crisi climatica: il settore agricolo italiano perde valore e si prepara al cambiamento - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Il cambiamento climatico continua a influenzare pesantemente il settore agricolo italiano, con una previsione di riduzione del valore aggiunto pari al -2,5% per il 2023. Questo allarmante dato emerge dal rapporto dell'Istituto Tagliacarne, che sarà presentato all'evento AgriFood Future 2024, in corso a Salerno. La manifestazione, organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno, mira a rafforzare il ruolo dell'Italia nel settore agroalimentare, soprattutto con l'avvicinarsi del G7 Agricoltura.

AgriFood Future 2024: una piattaforma per l’agroindustria

Il salone AgriFood Future, giunto alla sua seconda edizione, offre un'importante vetrina per il settore agroalimentare italiano. L'evento, che si svolgerà a Salerno fino a martedì, propone un programma ricco di interventi, workshop e spazi di confronto su temi centrali per il futuro dell'agroindustria. Con esperti del settore, aziende e istituzioni riuniti per l'occasione, l'incontro rappresenta un momento cruciale per discutere di innovazione, sostenibilità e delle sfide legate alla crisi climatica.

Uno degli obiettivi principali di quest’evento è infatti quello di sensibilizzare le imprese sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in grado di mitigare l'impatto del cambiamento climatico e ottimizzare le produzioni agricole. La manifestazione vuole inoltre favorire l'incontro tra produttori e rappresentanti delle istituzioni, sottolineando l'importanza di un approccio condiviso nella lotta agli effetti devastanti del clima.

L'impatto del cambiamento climatico sulla produzione agricola

Il rapporto annuale sull'agroalimentare italiano fornisce dati inquietanti riguardo ai settori più colpiti dal cambiamento climatico. La produzione di vino ha subito un calo drastico del -17,4%, mentre quella di frutta è scesa dell’11,2%. Anche il comparto florovivaistico e l'olio d’oliva hanno registrato diminuzioni significative, rispettivamente del -3,9% e del -3%. Questi numeri evidenziano come le variazioni climatiche stiano avendo effetti diretti e misurabili sulla capacità produttiva italiana.

Tuttavia, non tutte le colture hanno registrato risultati negativi. Alcuni settori industriali e cerealicoli hanno mostrato una crescita significativa, con incrementi del 10,2% e del 6,6% rispettivamente. Questo induce a riflessioni sulle potenzialità di diversificazione e specializzazione delle coltivazioni italiane, che potrebbero aiutare a compensare le perdite di rendita in altri ambiti.

Agricoltura sostenibile e investimenti nel futuro

Il settore agroalimentare è una componente fondamentale dell'economia italiana, rappresentando il 27% del fatturato nazionale. Nel Mezzogiorno, questa quota raggiunge il 29%, nonostante la flessione nel peso economico dell'intero comparto, che oggi contribuisce per il 4,2% al valore aggiunto totale, suddividendo il 2,2% per l'agricoltura e il 2% per l'alimentare.

Andando avanti, il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha rilevato che un'ampia fetta del mondo agricolo, oltre l'80% a livello nazionale e il 90% nel Mezzogiorno, sta investendo in tecnologie innovative per ridurre l'impatto ambientale. Nello specifico, il 54,5% delle aziende ha implementato impianti per la produzione di energia rinnovabile, con risultati più marcati al Sud, dove il dato raggiunge il 64,4%.

Prete ha sottolineato l’urgenza con cui le aziende agricole devono attrezzarsi per fronteggiare i cambiamenti climatici, richiamando l'importanza di fornire strumenti concreti, come formazione e aggiornamenti tecnologici, per facilitare un cambiamento necessario e impellente.

La trasformazione del panorama agricolo italiano

Negli ultimi quarant'anni, l'Italia ha visto un significativo declino nel numero di imprese agricole, che è calato del 66%. Questa diminuzione ha accelerato negli ultimi venti anni, principalmente a causa delle sfide economiche che le piccole aziende si trovano ad affrontare in un contesto che richiede elevate competenze e sostenibilità economica. Malgrado quest'onda di crisi, si osserva un'infiltrazione crescente di società di capitali nel settore agricolo, con un aumento del 15,1%. Questo potrebbe suggerire un cambio di paradigma verso una maggiore professionalizzazione e innovazione nel settore.

Il rapporto evidenzia come il 64,5% delle aziende si sia impegnato nel miglioramento delle competenze del personale, mentre il 44,9% abbia puntato su nuove competenze. Questi dati mettono in luce un determinante bisogno di formazione per affrontare sfide future e ottimizzare le risorse disponibili, fondamentale per la rinascita del settore agricolo italiano.

In prospettiva, il settore agroalimentare del Mezzogiorno prevede una crescita del fatturato nel periodo 2024-2025, con circa il 40% degli operatori aziendali che si aspetta un incremento entro il 2025. Questo porta in primo piano la necessità di una strategia orientata alla digitalizzazione, all'implementazione di tecnologie avanzate e alla responsabilità ambientale, per garantire un futuro prospero all'agricoltura italiana.

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