La situazione degli sportelli bancari in Italia continua a deteriorarsi, con una crescente riduzione della loro presenza sul territorio. Secondo le ultime statistiche, quasi la metà dei Comuni italiani non dispone più di un punto di accesso a servizi bancari, una condizione che potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa delle recenti ristrutturazioni nel settore finanziario. I dati, forniti dalla Fondazione Fiba e riportati dal sindacato First Cisl, mettono in luce un diminuito numero di sportelli, il quale nel 2022 ha subito una perdita significativa.
Chiusura degli sportelli: un trend preoccupante
Il 2022 ha segnato un momento cruciale per il sistema bancario italiano, con la chiusura di 508 sportelli che ha portato il totale al di sotto di quota 20.000. Questo declino rappresenta un segnale allarmante per molti, in particolare per le aree rurali e i piccoli centri, che risultano sempre più “desertificati” in termini di servizi bancari. La mancanza di un’agenzia locale comporta non solo la difficoltà nella gestione delle finanze quotidiane per i cittadini, ma anche una diminuzione della fiducia nei servizi bancari da parte della popolazione.
Le ragioni dietro questa crisi sono molteplici. In primis, la digitalizzazione ha ridotto la necessità di presenze fisiche delle agenzie bancarie. Tuttavia, questo non spiega completamente il fenomeno, specialmente in regioni dove le connessioni internet non sono sempre affidabili o diffuse. La concentrazione dei servizi in zone più centrali porta a un disservizio ai cittadini che vivono in aree più isolate.
Il futuro del settore: rischi di ulteriori riduzioni
Con la continua tendenza di chiusura degli sportelli, il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani avverte riguardo alle possibili future riduzioni occupazionali nel settore bancario. Con l’aumento della concorrenza tra istituti e la necessità di ottimizzare costi operativi, non è da escludere che ulteriori tagli possano verificarsi, mettendo a rischio molti posti di lavoro.
A fronte di questa situazione, ci si interroga su come il settore bancario italiano possa mantenere i rapporti con i clienti e garantire un servizio adeguato. La digitalizzazione, senza dubbio, è una soluzione che facilita alcune operazioni. Tuttavia, non può sostituire completamente l’importanza di una presenza locale per le piccole imprese e per i consumatori, che spesso necessitano di supporto personalizzato e diretto.
Imprese e cittadini: le conseguenze della crisi bancaria
La mancanza di sportelli bancari in molti Comuni sta avendo impatti diretti anche sulle piccole e medie imprese, che trovano sempre più difficoltà ad accedere a finanziamenti e servizi bancari fondamentali per la loro operatività. Le limitazioni nell’accesso alle risorse finanziarie possono ostacolare non solo la crescita delle aziende, ma anche la capacità di creare nuovi posti di lavoro.
I cittadini, da parte loro, devono affrontare il problema della lontananza da una filiale. Questo porta a dipendere sempre di più da servizi bancari online, che non sempre possono soddisfare le esigenze immediate e specifiche, come il desiderio di interazione faccia a faccia o l’assistenza in situazioni complicate.
Il futuro del settore richiede un equilibrio tra innovazione digitale e servizi fisici che possano garantire un accesso equo a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica. La questione del servizio bancario locale sta diventando sempre più centrale, e la sua perdita potrebbe avere ripercussioni significative su tutto il tessuto sociale ed economico del Paese.
Ultimo aggiornamento il 7 Febbraio 2025 da Elisabetta Cina