Il mondo del vino sta attraversando un periodo di sfide significative, specialmente per quanto riguarda la trasmissione culturale legata al suo consumo. Le nuove generazioni, attratte dalle tendenze della mixology, sembrano sempre più lontane da un consumo consapevole e tradizionale del vino. Durante gli Etna Days di Castiglione di Sicilia, il presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, Luigi Moio, ha analizzato la situazione attuale con toni preoccupati.
Il rallentamento nella trasmissione culturale del vino
La mancanza di educazione al consumo
Negli ultimi anni, il settore vitivinicolo ha risentito di una diminuzione nel richiamo delle nuove generazioni. Secondo Moio, una delle cause principali è la mancanza di educazione al consumo del vino, che si riflette in un approccio più superficiale e casuale verso questa bevanda storica. Le nuove generazioni sembrano essere più affascinate dalle possibilità offerte dalla mixology, che incoraggia esperimenti con diversi alcolici e drink creativi piuttosto che un tuffo nella cultura tradizionale del vino.
Il presidente OIV ha sottolineato che questa transizione può sembrare paradossale: i giovani consumano un maggiore quantitativo di alcolico in generale, ma si allontanano da una bevanda emblematicamente legata a tradizioni culturali e territoriali. L’assenza di conoscenze sulle origini del vino e sui metodi di produzione potrebbe quindi influenzare negativamente il futuro della viticoltura, poiché le nuove leve non sono consapevoli di ciò che rappresenta realmente un calice di vino.
L’influenza della comunicazione moderna
Un altro aspetto cruciale evidenziato da Moio è l’influenza negativa di una comunicazione spesso confusa e contraddittoria riguardo al vino e alla salute. La società contemporanea è assillata da dibattiti sul consumo di alcol e sui suoi effetti, rendendo difficile per i giovani interpretare correttamente ciò che significa bere vino. In questo contesto, diventa imperativo chiarire la distinzione tra vino e altre bevande alcoliche, affinché il vino non venga considerato semplicemente come un liquido alcolico da consumare per sballarsi.
La comunicazione dovrebbe concentrarsi sulle qualità distintive del vino: il legame con il territorio, la storia che racconta, e il ruolo culturale che svolge. Educare i giovani non solo sul consumo di vino, ma anche sull’artigianato e la passione che si celano dietro ogni bottiglia, potrebbe essere determinante nel riportarli verso una relazione autentica con il vino.
Il vino come vettore culturale
L’importanza dell’identità territoriale
Secondo Moio, il vino deve essere visto non solo come un prodotto, ma come un vero e proprio vettore culturale. Bere un calice di vino dell’ETNA, per esempio, deve essere percepito come un atto che va oltre il semplice gesto di consumare alcol. Questo atto racchiude la storia, le tradizioni e l’identità di un territorio, quello dell’ETNA, noto per la sua straordinaria biodiversità e la ricca tradizione vitivinicola.
Affermare e valorizzare questi elementi identitari è fondamentale per rimanere distintivi in un panorama alcolico sempre più competitivo. La presenza di denominazioni come quella dell’ETNA non riguarda semplicemente il marchio di qualità : ogni calice è un’esperienza che narra le storie di chi produce il vino, dei terroir unici e delle pratiche agricole secolari.
Il ruolo del vino nella salute
La questione vino e salute rappresenta un altro tema sensibile e discusso. Moio ha affermato che, pur non essendo corretto dichiarare che il vino sia un bene assoluto a causa della presenza di alcol, ci sono altri valori che giustificano e meritano di essere messi in evidenza. Ad esempio, è opportuno esplorare insieme le ricerche scientifiche che dimostrano i benefici moderati del consumo di vino, evidenziando le proprietà antiossidanti e i benefici potenziali legati alla cultura del vino.
Riconoscere il vino come un prodotto culturale e non solo un alcolico da consumare cambia completamente la narrazione. Con un approccio educativo e comunicativo più chiaro, è possibile riscoprire il valore del vino, avvicinando le nuove generazioni a una storia lunga millenni, incoraggiando un consumo consapevole, radicato in tradizioni e valori culturali.
L’attenzione sull’identità e sulla cultura è decisiva: il futuro del vino dipende dalla capacità di riaccendere l’interesse dei giovani attraverso comunicazioni più chiare, oneste e connesse alle radici storiche del settore.
Ultimo aggiornamento il 12 Settembre 2024 da Laura Rossi