Crisi delle vendite automobilistiche in Europa: richieste urgenti di aiuto ai politici

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Crisi delle vendite automobilistiche in Europa: richieste urgenti di aiuto ai politici - Fonte: Euronews | Gaeta.it

Il settore automobilistico europeo attraversa un periodo di crisi, con vendite in calo drastico e pressioni crescenti sull'industria per adattarsi a normative ambientali sempre più stringenti. Le recenti statistiche evidenziano un crollo delle immatricolazioni e una preoccupante diminuzione della quota di mercato dei veicoli elettrici, portando i costruttori a implorare l'intervento dei governi per sostenere la transizione verso un futuro sostenibile.

Il crollo delle vendite di automobili in Europa

Dati allarmanti sulle immatricolazioni

Ad agosto, le immatricolazioni di nuove autovetture nell'Unione Europea hanno subito un crollo del 18,3%, segnando una diminuzione significativa nei quattro maggiori mercati automobilistici del continente. In particolare, la Germania ha registrato una contrazione drammatica del 27,8%, seguita dalla Francia con un -24,3%, dall'Italia con un -13,4% e dalla Spagna con una flessione del 6,5%. Questi dati pongono interrogativi sul futuro del mercato automobilistico europeo.

Nel complesso, l'andamento delle vendite sembra schiarirsi se si considerano i primi otto mesi dell'anno, con un incremento del 1,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tuttavia, le performance variabili tra i singoli mercati mostrano un quadro eterogeneo: mentre Italia e Spagna hanno visto miglioramenti del 4,5% e del 3,8%, rispettivamente, le vendite in Francia e Germania sono rimaste stabili, ma non in crescita.

Riflessione sui veicoli elettrici

Le preoccupazioni non riguardano solo i veicoli a motore endotermico, ma anche quelli elettrici. La quota di mercato dei veicoli elettrici è scesa drasticamente, passando dal 21% al 14,4% nell'Unione Europea rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Questa regressione comporta seri problemi per le case automobilistiche che puntano a rispettare le scadenze fissate per la riduzione delle emissioni di CO2.

La transizione energetica e le sfide per l'industria

La scadenza del 2025 e le aspettative di emissioni

Con l'avvicinarsi della scadenza del 2025, le case automobilistiche europee si trovano sotto pressione per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. La normativa prevede un limite di 95 grammi di CO2 per chilometro. Questa trasformazione, richiesta a gran voce dall'Unione Europea nell'ambito dell'Accordo di Parigi, non è priva di difficoltà e costi.

I costruttori sostengono che, per poter completare questa transizione, è essenziale un supporto politico che possa facilitare avvenimenti cruciali come lo sviluppo di infrastrutture di ricarica, l'accesso a fonti energetiche rinnovabili a prezzi competitivi e incentivi fiscali. Nonostante gli investimenti miliardari effettuati per l'elettrificazione, persistono ostacoli significativi che limitano la produzione e l'acquisto di veicoli a emissioni zero.

L'appello urgente dell'industria automobilistica

L'Associazione europea dei costruttori di automobili ha recentemente sottolineato come senza l'adeguato sostegno politico si corre il rischio di pesanti conseguenze per l'industria. Se non saranno attuate misure correttive, i produttori potrebbero dover affrontare interruzioni significative nella produzione, con la possibilità di fermare circa due milioni di veicoli o incorrere in sanzioni salate.

ACEA ha espresso la volontà di collaborare con i governi per ideare un pacchetto di agevolazioni a breve termine, al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 preposti per il 2025. Questo approccio rappresenta un tentativo di armonizzare gli obiettivi ambientali con la realtà economica vissuta dalle case costruttrici, evidenziando l'importanza della cooperazione tra l'industria e le istituzioni politiche per affrontare la crisi attuale.

Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 da Marco Mintillo

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