Crisi di lavoratori nei campi italiani: ecco cosa sta succedendo prima del Click Day 2025

Crisi di lavoratori nei campi italiani: ecco cosa sta succedendo prima del Click Day 2025

La carenza di 100.000 lavoratori nel settore agricolo italiano mette a rischio le raccolte, evidenziando problemi di burocrazia e diritti dei lavoratori, mentre si attende il Decreto flussi del 2025.
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Crisi di lavoratori nei campi italiani: ecco cosa sta succedendo prima del Click Day 2025 - Gaeta.it

La mancanza di manodopera nel settore agricolo italiano sta raggiungendo livelli critici, con una stima di 100.000 lavoratori in meno rispetto all’effettivo fabbisogno. Questa emergenza non solo influisce sulle operazioni di raccolta, ma solleva questioni più ampie riguardanti burocrazia, caporalato e diritti dei lavoratori. Con l’ormai imminente Click Day fissato per il 12 febbraio 2025, il Decreto flussi potrebbe essere una chance per rimediare a questa situazione, anche se non senza problematiche.

Il sistema attuale e le sue problematiche

L’analisi della Coldiretti rivela che ci sono oltre 185.000 aziende agricole italiane impegnate nell’assunzione di manodopera, generando circa 120 milioni di giornate lavorative l’anno. Un terzo di questa forza lavoro proviene dall’estero, con un forte afflusso di lavoratori romeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi. Tuttavia, l’attuale sistema non sembra tenere conto delle esigenze peculiari delle attività agricole stagionali. I ritardi burocratici possono causare situazioni paradossali in cui i lavoratori arrivano in Italia al termine della stagione di raccolta.

Certamente, la questione della stagionalità è cruciale; imprenditori e datori di lavoro si trovano costretti a pianificare assunzioni con tempistiche che non si allineano con le reali esigenze del lavoro agricolo. Le aziende sono, quindi, chiamate a “prenotare” lavoratori con mesi di anticipo, rischiando di assumere personale nel momento sbagliato. Coldiretti evidenzia l’assurdità di dover assumere a febbraio per operazioni che si svolgeranno con significati ben diversi nei mesi successivi.

Proposte di Coldiretti per migliorare la situazione

Secondo Coldiretti, risolvere la crisi della manodopera richiede un approccio che riduca la burocrazia e preveda una gestione diretta e monitorata dei flussi migratori. Questo sistema consentirebbe di adattare più efficacemente le assunzioni alle esigenze stagionali reali e ai cicli delle coltivazioni. La capacità di concertazione emersa nei mesi passati deve essere utilizzata per riformare il processo di assunzione, permettendo così di soddisfare in maniera appropriata le richieste delle aziende agricole.

È fondamentale, secondo l’associazione, anche affrontare la questione di quei lavoratori che, come risulta dai vari passaggi burocratici, giungono in Italia per essere impiegati nei campi ma non in tempo utile. Questi lavoratori rischiano di rimanere in una condizione di irregolarità proprio perché i sistemi non sono allineati con le necessità del settore.

La necessità di riforme per un settore in crisi

La crisi attuale non esiste solamente a causa della carenza di forza lavoro, ma è accentuata dalla crisi climatica e dai cambiamenti delle dinamiche agricole. Le aziende devono affrontare sfide nuove e inaspettate, rendendo vitale una certa flessibilità nella programmazione delle assunzioni. Per affrontare il problema, le aziende agricole italiane hanno bisogno di confrontarsi con un modello di ingaggio che sia non solo efficiente, ma anche equoin giustizie e rispettoso dei diritti dei lavoratori.

Il settore ha bisogno di misure chiare e stabili che non solo promuovano l’ingresso di nuovi lavoratori, ma anche garantiscano che chi è già qui non debba affrontare situazioni di illegalità. La posta in gioco è alta, non soltanto per l’agricoltura ma per l’intera economia nel momento in cui il settore agricolo riveste un ruolo chiave per il paese. È tempo di agire, prima che la stagione di raccolta inizi nuovamente e la carenza di manodopera diventi insostenibile.

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