Crisi economica nelle aree interne delle Marche: un declino allarmante dal 2013 al 2023

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Crisi economica nelle aree interne delle Marche: un declino allarmante dal 2013 al 2023 - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Le aree interne della regione Marche stanno attraversando un periodo di grave difficoltà economica e demografica. Negli ultimi dieci anni, si sono registrate significative perdite nel numero delle attività economiche e nella popolazione residente. Una recente ricerca ha messo in luce questi dati allarmanti, evidenziando la necessità di interventi urgenti per promuovere la ripresa e il rilancio di questi territori.

Perdita di attività economiche e imprese manifatturiere

Negli ultimi dieci anni, dal 2013 al 2023, le aree interne delle Marche hanno subito un calo drammatico, segnato dalla chiusura di oltre 5.000 attività economiche e di più di 600 imprese manifatturiere. Questo declino non è solo sintomo di una crisi settoriale, ma rappresenta un fenomeno complesso e allarmante, che mette in discussione la sostenibilità economica di queste comunità. Le conseguenze sono evidenti non solo per i lavoratori in termini di perdita di posti di lavoro, ma anche per l'intera economia locale, che perde così non solo opportunità di lavoro, ma anche slancio e capacità di attrarre investimenti.

Le ragioni di questa flessione possono essere attribuite a molteplici fattori. Tra questi, la globalizzazione dei mercati, che ha favorito le grandi industrie a discapito delle piccole e medie imprese, e la trasformazione delle dinamiche di consumo, sempre più orientate verso le strutture commerciali più grandi e accessibili. Le aree interne, caratterizzate da una densità di popolazione ridotta e da un’infrastruttura limitata, si trovano in difficoltà nel competere con i centri urbani più sviluppati. Questo scenario si è aggravato ulteriormente con l'emergere della pandemia, che ha colpito in modo particolarmente duro le piccole attività locali.

Il calo demografico e l'invecchiamento della popolazione

I dati demografici rivelano un ulteriore aspetto critico: tra il 2014 e il 2021, secondo l'Istat, le Marche hanno registrato un decremento della popolazione pari al 7,8%. Questo calo non è solo numerico, ma evidenzia anche un accentuato processo di invecchiamento. Per ogni 100 giovani, vi sono attualmente 242 anziani, un dato significativamente superiore rispetto alla media regionale, che si attesta su 207 anziani ogni 100 giovani. Questa tendenza demografica comporta gravi implicazioni per il futuro dei servizi pubblici, dell'assistenza sanitaria e della vita comunitaria in generale.

L'emorragia di giovani che abbandonano questi territori per cercare opportunità di lavoro altrove contribuisce ad alimentare un circolo vizioso, dove il progressivo invecchiamento della popolazione rende difficoltosa la rivitalizzazione delle aree colpite. Le politiche pubbliche devono ora affrontare questa situazione critica, promuovendo programmi che incentivino la permanenza dei giovani e sostengano le famiglie, così da garantire un futuro economico e sociale più prospero per le comunità locali.

La crisi del mercato del lavoro e il reddito dei contribuenti

Gli indici di occupazione sono un ulteriore indicatore del deterioramento della situazione nelle aree interne marchigiane. Tra il 2018 e il 2021, si è registrata una diminuzione del 3,2% degli occupati, una flessione che appare preoccupante nell'ottica di un'economia già provata. Da parte loro, i dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze dell'anno d'imposta 2022 rivelano un divario economico significativo tra i comuni delle zone interne e quelli dell'area urbana, con una differenza di quasi 2.000 euro nel reddito medio dichiarato dai contribuenti. Inoltre, un allarmante 24,8% dei contribuenti ha dichiarato un reddito inferiore ai 10.000 euro.

Questi indicatori segnalano non solo l'eziologia di una profonda crisi occupazionale, ma anche la precarietà di milioni di famiglie, costrette a vivere con redditi minimi, che rendono difficile affrontare le spese quotidiane. La mancanza di lavoro e la stagnazione economica, in questo contesto, richiama a una riflessione più ampia sulle politiche locali, che devono necessariamente ripensare la loro strategia di sviluppo per attrarre investimenti e creare opportunità per la popolazione residente.

Le prospettive di futuro e gli interventi necessari

Durante il convegno dal titolo "Aree interne: restare, transitare, scomparire. Questioni di sfondo e il caso Marche", organizzato dalla Cgil Marche e patrocinato dall'ateneo di Camerino, è emersa l’urgenza di un intervento strategico per contrastare il declino delle aree interne. Giuseppe Santarelli, segretario generale della Cgil delle Marche, ha sottolineato l'importanza di rivedere l'allocazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per garantire un uso oculato delle risorse. Santarelli ha inoltre messo in luce la necessità di una ricostruzione post-sisma che non si limiti agli aspetti fisici, ma che investa anche nelle dimensioni sociali e comunitarie.

Le aspettative di un radicale cambiamento da parte del governo sono alte. La sfida ora è quella di attuare politiche che favoriscano non solo la ripresa economica, ma anche una vera e propria rinascita sociale e culturale delle aree interne marchigiane. È il momento di rafforzare il legame con i territori e di recuperare il patrimonio umano e produttivo che queste comunità rappresentano per l'intero paese.

Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 da Sara Gatti

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